Carpinate, paesino di cinquemila anime, potrebbe sembrare un posto tranquillo, dalla vita fluida e regolare, in certo modo “standard”. Con tutti gli immancabili odii, invidie, rivalità che covano da anni e decenni, forse da sempre; e che si teme possano sfociare, all’improvviso, in qualcosa di terribile. Non che questo possa spiegare “automaticamente” il recente delitto di una ragazza bellissima, fatta fuori con delle volgari ma enormi forbici da giardino. Un “macello”, un “massacro”: in certe situazioni nessuna parola, per quanto forte, è adeguata. Sotto lo shock, e senza riflettere, potrebbe anche affacciarsi alla mente la stupida idea che quella donna - con la sua camicetta bianco-trasparente - “se la sia cercata, almeno un po’”. Ma per il maresciallo Bagnasco - che comincia a rimpiangere il suo arrivo in Veneto, neanche tre mesi prima - non esistono vittime che “meritano” la morte, né vuole liquidare la faccenda come una di “quelle cose brutte, ma che possono capitare”: vuol vederci chiaro fino in fondo e trovare il responsabile dello scempio. Perché è chiaro che non è stato il “caso” ad agire: qualcuno ha voluto quella morte con tutto se stesso…
Scritto inizialmente nel 1994 (un anno prima di Rossi come lei, vincitore del Premio Alberto Tedeschi-Giallo Mondadori), questo secondo giallo della coppia De Falco-Lama verrà pubblicato solo nel 1999 da una piccola casa editrice napoletana - prima di venir tradotto in Germania - e segnerà l’inizio, per i due scrittori, della “carriera solista”, che ciascuno spingerà nella propria diversa direzione. Qui il maresciallo Bagnasco - già protagonista del precedente, che incontreremo per la terza e ultima volta non già in un romanzo ma in un racconto - è alle prese con un caso scomodo, che le autorità vogliono chiudere in fretta e furia: l’assassinio della figlia di un notabile del luogo, scrittore di rilievo nazionale e dalle mille conoscenze. E in questa circostanza il suo personaggio acquista volume a tuttotondo e ci mostra quanto temibili possano essere la lucidità e la tenacia quanto usate insieme nelle giuste dosi. Cioè fino all’eccesso. Un’ottima prova narrativa - ben all’altezza della precedente, anche se non altrettanto fortunata sul versante editoriale - che fa rimpiangere un investigatore che sarebbe stato bello ritrovare.
Vincenzo De Falco, Diana Lama, Nell’ombra, ed. Lo stagno incantato, 1999.
(«Mangialibri», 2 febbraio 2016)
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