mercoledì 3 febbraio 2016

M. Benasayag, Il cervello aumentato, l’uomo diminuito, ed. Erickson, 2015

«Chi pensa che da un mondo finito si possa trar fuori una crescita infinita, è uno stupido. O un economista» recita la nota boutade (che poi tanto comica non è; cioè, fa sorridere, sì, ma proprio perché sappiamo tutti quanto sia vera). Lo stesso potrebbe dirsi per il cervello e per le sue capacità: c’è oggi una certa neuroscienza che pretende di vedere all’orizzonte un’estensione pressoché infinita delle facoltà cerebrali dell’uomo, finanche - secondo l’auspicio di certa fantascienza degli ’80 (si pensi a Software di Rucker) - di smaterializzare le potenzialità del pensiero da quelle della materia corporale; dimenticando che “l’orizzonte”, appunto, è quella linea che… si allontana a mano a mano che ci si avvicina a essa.
Ma ciascuno è libero di credere nell’avvento di ciò che vuole; perché si tratti di scienza, tuttavia, è necessario che l’approccio sia diverso. E l’approccio scientifico alla questione è mirabilmente in azione nell’eccellente studio di Miguel Benasayag - filosofo, biologo e psicanalista di origine argentine che conduce le sue ricerche all’interno di una équipe internazionale di ricerca, a Parigi - dal titolo Il cervello aumentato. L’uomo diminuito (ed. Erickson, 2016), nel quale si spiega, “dati alla mano”, quanto il modello di uomo quale “macchina pensante” (da potenziare a forza di “turbo” da innestare e stimolare qua e là) non solo sia radicalmente falso (e pertanto inapplicabile), ma quanto sia dannoso nello snaturare l’immagine che l’uomo ha di se stesso e delle proprie possibilità reali. Le quali affondano le proprie radici in una realtà e da essa - da cui traggono il proprio nutrimento - non possono venir recise senza pregiudizio. Se il tentativo di portare l’uomo oltre se stesso è destinato ad approdare alla sua disumanizzazione, non si può che biasimarlo: di diritto - in quanto l’idea è in se stessa abietta - e anche di fatto - poiché questa pretesa, nella storia, ha creato non già dei giganti, ma dei mostri.
Rivolto a tutti, non a un mero pubblico di specialisti, questo di Benasayag è un saggio di straordinaria attualità e importanza, oltre che di grande chiarezza, grazie all’ottima traduzione di Riccardo Mazzeo, che firma anche la Prefazione.


M. Benasayag, Il cervello aumentato, l’uomo diminuito, ed. Erickson, 2015. Prefazione e traduzione di Riccardo Mazzeo.

(«l'Altrapagina», febbraio 2016; «Filosofia e nuovi sentieri», 3 febbraio 2016; «Pagina3», 4 febbraio 2016)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano