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lunedì 23 agosto 2010

Incendi in Russia: la contaminazione radioattiva arriva in Germania


La radioattività diffusa a causa degli incendi in Russia arriva fino in Germania. Per le autorità “non sta succedendo niente”. Un articolo dell’Agenzia www.kavkazcenter.com.

Il portale internet dell’Agenzia per l’energia del Governo tedesco afferma che le misurazioni effettuate dall’Ufficio federale tedesco per la protezione dalle radiazioni (Bundesamt für Strahlenschutz, BfS) evidenziano un incremento della radioattività in Germania causato dai roghi radioattivi in Russia. Secondo il BfS, si presume che tale incremento sia "innocuo" (unbedenklich). Nondimeno, il BfS continua a rilevarlo. Si ricordi che i roghi nelle foreste contaminate dopo Chernobyl - nelle regioni di Bryansk e Kaluga - così come la distruzione a causa dei roghi di fabbriche di armi nucleari e di capannoni contenenti materiale nucleare, ha dato luogo in passato (e continua a farlo) all’immissione nell’ambiente di polveri, fumi e ceneri ad alto tasso di radioattività. La contaminazione del territorio russo è in ogni caso necessariamente più alta che in Germania. Ciò nonostante, le autorità russe sostengono che in Russia non ci sia alcun aumento della radioattività! Anche nel 1986, durante il disastro “Chernobyl-1”, il Governo tedesco affermò che le radiazioni “non erano pericolose”. E tuttavia mise al bando in Germania il consumo di vegetali locali (all’epoca l’insalata era matura nei campi) e di latte. Un esperto americano di contaminazione radioattiva, Bob Nichols, del giornale «Veterans Today», ricorda ai lettori - intervenuti nel dibattito a proposito del suo articolo sull’assistenza resa segretamente dagli USA alla Russia proprio a causa della criticità della situazione radioattiva in quel Paese - che "3 milioni di persone sono morti in tutto il mondo come conseguenza dell’esplosione di Chernobyl". Nel frattempo, i giornali svizzeri riportano che le autorità russe non stanno facendo nulla per estinguere i roghi radioattivi e pubblicano una foto che mostra dei russi che estinguono dei roghi (o pretendono di farlo) con tubi da giardino. Nella foresta radioattiva di Bryansk, intanto, almeno 3 enormi focolai continuano a infuriare. I roghi sono stati documentati il 9 agosto da un rappresentante di Greenpeace Russia, Yaroshenko, sulla base delle fotografie satellitari. “Il ministro russo per i disastri, Shoigu, continua a dire che non ci sono né ci sono stati roghi nella foresta altamente radioattiva di Bryansk”, scrive stupefatto il settimanale svizzero «Die Wochenzeitung». Un portale di ambientalisti tedeschi, Orkonews, riporta che le autorità russe non solo non sono state in grado di estinguere i roghi radioattivi, ma che non hanno nemmeno cercato di informare la popolazione circa il danno radioattivo nel loro territorio. Il portale tedesco fa riferimento all’organizzazione ambientalista russa Ecodefense, che chiede alle autorità russe che si cominci a informare il mondo circa l’attuale estensione della contaminazione radioattiva in Russia.

(«AgoraVox», 23 agosto 2010)

giovedì 19 agosto 2010

Incendi in Russia: intervista ad André Paris


André Paris, agronomo e geologo di formazione, ha intrapreso, durante l’estate 1999, la realizzazione di un atlante della contaminazione dei suoli da cesio 137 grazie all’apporto scientifico e logistico del CRIIRAD. È stato intervistato dalla Radiotelevisione Belga francofona a proposito dei rischi di "nuova contaminazione" delle zone colpite dal disastro nucleare di Chernobyl del 1986. Di seguito la traduzione parziale in italiano.
In Russia, la siccità che flagella il Paese da più di un mese ha già distrutti il 25% della superficie cerealicola del raccolto 2010. Numerosi agricoltori sono sull’orlo del fallimento. Sul fronte degli incendi, le autorità hanno ammesso che i focolai hanno devastato centinaia di ettari nella regione di Brjansk, il cui suolo è stato contaminato in seguito alla catastrofe di Chernobyl del 1986. Secondo le autorità, il rischio di nuova dispersione delle particelle radioattive è basso. Questa non è però l’opinione di André Paris, coautore dell’atlante delle contaminazioni radioattive in Europa, pubblicato da CRIIRAD. André Paris ha effettuato nella regione dei rilievi che evidenziano dei livelli straordinariamente elevati di di contaminazione all’interno di zone abitate:
È vero che con il passar del tempo la contaminazione decresce. Non di meno, i suoli di queste regioni sono estremamente sabbiosi ed è certo che - in occasione di rimescolamenti del terreno e di incendio della vegetazione - una parte consistente della contaminazione viene rimessa in circolo. Ciò avviene a livello erelativamente locale, perché gli incendi delle foreste non hanno una capacità di dispersione ad altezze paragonabili a quella dell’esplosione iniziale di Chernobyl. In breve, ancora una volta, sono le popolazioni locali - quelle che vivono, mangiano, consumano prodotti contaminati - ad essere penalizzate dal ritorno in circolo della contaminazione nel proprio ambiente.
I rilievi effettuati da André Paris in una zona come Novozybkov restano, 20 anni dopo, catastrofici:
Pur considerando il limite di 500.000 becquerel al mq. - quello relativo alle zone vietate - arbitrario e variabile (com’è inevitabile che sia), nella città di Novozybkov ho registrato, ben 20 anni dopo, una contaminazione superiore al milione di becquerel al mq., perfino nelle zone dove la gente cura il proprio giardino.
ascolta l’intervista integrale, in francese

(«AgoraVox», 19 agosto 2010)

martedì 17 agosto 2010

EVACUAZIONE IMMEDIATA!: questa non è un’esercitazione


Incendi in Russia: il sito che indicava le zone colpite - soprattutto quelle radioattive - , curato dall’agenzia russa per la protezione delle foreste, è oscurato da venerdì scorso.
Laconico il vicedirettore Alexei Bobrinski: “tutto quel che so è che non funziona più”, ha dichiarato. Ma secondo qualcuno non si tratterebbe di un guasto (ipotesi del resto poco credibile, visto il tempo ad ora trascorso) bensì di una precisa disposizione del ministro russo Serguei Choigou, che ne avrebbe ordinato l’oscuramento dopo aver criticato pubblicamente le informazioni diffuse. Di seguito, una traduzione parziale dell’articolo in lingua inglese intitolato “EVACUAZIONE IMMEDIATA!: questa non è un’esercitazione”, apparso a ferragosto sul giornale dei veterani militari americani «Veterans Today».
(San Francisco) – La Russia quest’estate sta andando a fuoco. Il fumo sta soffocando Mosca e l’Unione Europea. Si svuotano le ambasciate. Che sta succedendo? Migliaia di roghi bruciano nelle foreste di tutta la Russia. Ma la cosa più importante è che le fabbriche di armi nucleari e i reattori nella zona di Mayak (insieme ai progetti inerenti all’uranio della ex Unione Sovietica) stanno anch’essi bruciando. Il fumo è tossico e radioattivo in ogni possibile senso delle parole. Questi roghi stanno bruciando le aree delle vecchie fabbriche di bombe H e le zone boschive contaminate di Chernobyl. Ciò comporta la certezza virtuale che l’aria si stia caricando di almeno 241 milioni di dosi letali di radioattività per incendio. A causa della peculiarità delle forza nucleari, le particelle radioattive rimangono nell’aria per mesi o perfino anni in attesa di qualche precipitazione che le riporti a terra. I bordi dei fiocchi di neve sono particolarmente efficaci nello spazzar via le particelle radioattive. Due aerei C130 della Air Force americana sono appena volati a Mosca. Il laboratorio di armamenti nucleari di Livermore, ovvero gli altri sette laboratori per gli armamenti nucleari degli Stati Uniti, sono più che “probabilmente coinvolti". Domandatevi questo: cosa può essere successo di così spaventoso da indurre le forza armate atomiche russe a chiedere aiuto niente di meno che al vecchio nemico della Guerra Fredda - la Air Force americana? C’è un modo semplice per far sì che il mondo conosca ciò che sta succedendo tramite i dati aerei di Chernobyl e Mayak. Abbiamo pagato per tutti i dati, quali che siano, Russi, Americani o Europei. Si rendano accessibili i dati. Si rilascino i dati in internet in tutti i Paesi del mondo: sia la gente a decidere autonomamente quale Paese è abbastanza sicuro da poterci vivere con la propria famiglia. Se state programmando un viaggio in Europa o in Russia – non andateci. Se siete già lì – andatevene immediatamente. Se avete la famiglia o degli amici in quei luoghi – portateli via se potete. Questa non è un’esercitazione. È tutto vero. [...] Tutto il personale in Russia e nell’Unione Europea è allertato: evacure immediatamente. Ripeto. Non è un’esercitazione. Se non potete andar via, mandate via i bambini. Potrebbe già essere troppo tardi.
(«AgoraVox», 17 agosto 2010)