lunedì 7 dicembre 2015

M. Barbi, Pensieri sul pugilato, ed. Giraldi, 2015

«Quando si sale sul ring, ci si mette in gioco completamente, bisogna essere disposti a fare i conti con se stessi, con la propria preparazione tecnica, con le proprie risorse fisiche, con l’accettazione del dolore, con la propria volontà e con il proprio cuore»


Il pugilato come disciplina, come formazione per la vita, come raggiungimento e superamento del limite: ma non si potrebbe forse dire lo stesso di ogni attività sportiva? Moreno Barbi, in Pensieri sul pugilato (ed. Giraldi), spiega in cosa il pugilato è come gli altri; in cosa è diverso; in cosa è “nobile”. Legando cognizioni tecniche e specialistiche (l’autore è maestro di pugilato) a pensieri sciolti che a loro volta vanno a braccetto con riflessioni sull’esperienza e sulla biografia, dentro e fuori al ring, dei grandi e dei grandissimi, da Rocky Graziano (“La roccia”) a Primo Carnera (“Il gigante buono”). Interessante anche per la critica ai tanti luoghi comuni su questo sport e a tante… leggende da sfatare.



M. Barbi, Pensieri sul pugilato, ed. Giraldi, 2015.

(«Pagina3», 7 dicembre 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano