Fabrizio è giovane. Ed è bello: anzi, bellissimo. Glielo dice anche la prostituta con la quale va la prima volta, ancora ragazzino. E ha le idee chiare su tante cose, ma su una in particolare: lui a sgobbare in segheria, in mezzo a polveri e acidi, dieci ore al giorno, non ci sta proprio. Se sgobbo dev’essere, deve fruttare molto, molto di più. Sono gli anni ’80 dei paninari, dei videoclip scintillanti, dei giornali patinati zeppi di pubblicità e di sogni di consumo. Ma per spendere facile, bisogna anche poter guadagnare facile. E di lavoro ben pagato a Napoli ce n’è tanto, dallo scippo al furto d’auto, dallo spaccio all’omicidio su commissione. Per Fabrizio si tratta solo di capire quale sia quello più adatto a lui. Dopodiché comincia a “lavorare”, guadagnando sempre meglio. Così, per un bel po’ ha la sensazione di “salire”. Poi però arriva il dubbio: non è che questa vita sia per caso - piuttosto che una specie di scalata - come la ruota del criceto, dove ti affanni nell’illusione di avanzare, ma in realtà non fai altro che bruciarti il terreno sotto i piedi, facendo il vuoto alle tue spalle?
Napoli e le sue storie. Quelle dei corrieri che portano le ricevute del lotto clandestino a cavallo di una Vespa, dentro sacchi neri come quelli della spazzatura, e della camorra che controlla tutto, i traffici, i luoghi, le vite di quelli che entrano nella sua sciagurata orbita. Fabrizio scopre a sue spese che in un certo senso la malavita - come la chiamano coloro che non la fanno - è come la guerra: è una strada a senso unico, che non ammette ripensamenti, e se volti le spalle al fronte sono i tuoi compagni a farti fuori. Leandro Del Gaudio, cronachista della “nera” del capoluogo partenopeo, sceglie la via del romanzo per raccontare non solo i risvolti giudiziari di una storia vera, ma anche quelli emotivi e sentimentali che non trovano posto negli atti, nelle perizie, nei documenti. Idea certamente indovinata: non è un caso che molti filosofi utilizzino l’espediente narrativo nell’intento di scavalcare la frontiera tra la teoria e la prassi. Con la Prefazione di Roberto Saviano.
Leandro Del Gaudio, Cattivo infinito, ed. David and Matthaus, 2015.
(«Pagina3», 13 dicembre 2015)
Modulo di contatto
Etichette
aforismi
Alex Zanotelli
altrui cose
Ambiente
Bambini
Bauman
Bellet
biografia
Brunetta
Bullismo
C'è un sole che si muore
Carlo Sini
Cinema
Claudio Fava
Claudio Fracassi
ControCorrente
Daniele Sensi
Desaparecidos
Diego De Silva
Dio perverso
Dipendenze
disabilità
don Andrea Gallo
don Luigi Merola
don Paolo Farinella
e-book
Economia
Educazione
Ennio Remondino
esercito
Etica d'impresa
eventi
Facebook
Fantascienza
Filosofia
Filosofia della scienza
Foto
Fumetti
Galapagos
Geografia
Giochi
Giulietto Chiesa
Giuseppe Miserotti
Giuseppe Onufrio
Goffredo Fofi
guerra
Guerra e pace
Hegel
Heidegger
i piccoli
Idiosincrasie
Il Partito dell'Amore
il telefonino
Illich
Immigrazione
In che mondo viviamo
Incendi in Russia
Internet
L'azzardo del gioco
L'economia come la vedo io
La Chiesa che non capisco
La guerra è guerra
La piaga del nucleare
La verità cammina con noi
le cose si toccano
Letteratura
lettere
Levinas
Libertà di stampa
Linguaggio e realtà
Luciano Gallino
Luigi Zoja
Mafia
Malainformazione
manuali
Marx
Massimo Cacciari
Massimo Scalia
Massoneria
Matematica
Maurizio Torrealta
Mondo
Morin
Musica
My Last Slating
Noir&Giallo
Novità
Nucleare
Pancho Pardi
Panikkar
Paolo Scampa
Parcheggiatore abusivo
pedagogia
Pietro Barcellona
Pippo Civati
Pirateria somala
poesia
Politica
psicologia
Pubblicità
Racconti e poesie
Religione
Riccardo De Lauretis
Roberto Carboni
Scienza
Scuola
Scusi può ripetere?
Sergio Manghi
Società
sport
Stefano Santasilia
Storia
Teatro
Tecnofollie
Tonino Drago
Vincenzo Pepe
Virtù del pubblico - Vizi del privato
Vito Mancuso
War
Powered by Blogger.