martedì 10 novembre 2015

B. Glaser, Delitto al pepe rosa, ed. Emons, 2015

«Mi avviai verso la cantina per prendere le patate. Lì incontrai Spielmann. Stava in piedi davanti alle sue cassette di tuberi e aveva in mano tre Cornetti di Bamberga. "Sei tornata! Che bello!" Spielmann buttò le patate nel mucchio e mi abbracciò. Aveva un odore di terra fredda e il suo bacio sapeva di polvere. "Cosa ci fai qui sotto?" gli chiesi quando mi sciolse dall'abbraccio. "Niente è legato alla terra quanto le patate. La cantina è il posto ideale per riflettere." Prese una Leyla giallo intenso e se la fece scivolare da una mano all'altra. "Capiti proprio a fagiolo!"»


Quando riceve la convocazione di Spielmann, non riesce a crederci: insomma, Spielmann non è solo uno degli chef più importanti della nazione, è colui che ha saputo compiere l'impresa di elevare a ingrediente d'élite il più povero dei tuberi: la patata! E ora che la vuole nella sua brigata di cucina in qualità di pasticciera, ne è fiera: è ciò che sa fare meglio. Ma mentre il sogno di una vita si avvera, ecco gli incubi spuntare quando meno li si aspetta: uno, due... troppi delitti in questa cucina! Solo adesso scopre di avere un'altra qualità oltre a quella della pasticciera: quella della detective...
Leggero e intrigante al tempo stesso, in una bella edizione con bandelle, questo giallo scanzonato - con non poche venature rosa - è ben scritto e si lascia leggere piacevolmente. In appendice, un glossario di cucina e tutte le ricette a base di patate dello chef stellato Spielmann. Se siete affamati di giallo, questo è il libro che fa per voi.


B. Glaser, Delitto al pepe rosa, ed. Emons, 2015.

(«Pagina3», 10 novembre 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano