mercoledì 23 settembre 2015

A. Ramberti, Orme intangibili, ed. Fara, 2015

«Ho sognato di avere
il cervello percorso
da una lancia gettata
da qualcuno indistinto
e remoto... riuscivo
ad estrarla. Col cranio
perforato dal tunnel
luminoso e perfetto
senza tracce di sangue,
lacrimavo contento:


ero vivo e cosciente»

(Antefatto)


Alessandro Ramberti, poeta ed editore, è uno di quei rari casi in cui la soavità della poesia, soffice fino all'immateriale, è in grado di legarsi alla più dura concretezza. In questo poemetto in quartine ed endecasillabi si parla di Dio; o, meglio, si parla con Dio: quel Dio che anche quando non risponde in un discorso diretto, vis à vis, di un'immediatezza "chiara e distinta" (come l'uomo, sovente, lo desidererebbe), sa manifestarsi nella vita con una presenza, una forza, una testimonianza inequivocabili. Né un'opera di devozione né uno scritto rimato di sottigliezze teologiche: piuttosto, versi vividi e "saporiti", per così dire, che sgorgano come irrefrenabile respiro di chi ha saputo stare a lungo nell'apnea del pensiero e nel silenzio della propria interiorità. L'opera è arricchita da numerosi disegni a matita e a carboncino. Con la Prefazione di Vincenzo D'Alessio e le Postfazioni di Alfonsina Zanatta, Ardea Montebelli e Gianni Criveller. Consigliato anche a chi non abbia familiarità con la poesia.


A. Ramberti, Orme intangibili, ed. Fara, 2015, pp. 78, euro 10.

(«Pagina3», 13 settembre 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano