venerdì 24 luglio 2015

Scrivere in carcere. Perché nasce il premio letterario Scrittori Dentro


Da qualche mese partecipo, come editor, al premio letterario “Scrittori dentro” rivolto ai detenuti con sentenza definitiva di varie carceri italiane. Avevo sempre avuto in mente di parlarne con voi, ma non ero mai riuscito a trovare le parole giuste. Oggi, l’idea: far parlare al posto mio Sibyl von der Schulenburg, colei che a monte ha concepito e allevato l’idea di questa splendida manifestazione, che permette a chi è “dentro” di parlare, almeno un po’, col mondo di fuori. Anzi, di scrivere.

«Devo andare indietro nel tempo per trovare il primo seme di questa idea. È stato impiantato da un docente di criminologia: era il 1980 e lui era Guido Galli; l’idea era quella dei diritti dell’uomo in carcere. Molti anni dopo, il brodo culturale in cui era immerso quel seme, si arricchì di conoscenze psicologiche, e compresi cosa Galli aveva voluto dire.
Ogni detenuto è anzitutto un essere umano, un cuore pulsante e un cervello pensante. Prima dell’arresto aveva un’identità che, durante il trauma di processo e detenzione, ha subito graduali modifiche. Ciò che resta dopo anni dietro le sbarre è sovente una persona con identità, individuale e sociale, ridotte al puro livello di sopravvivenza. La sua mente si accartoccia sui dettagli quotidiani, s’aggrappa al minuscolo per non cedere alla follia, e perde la capacità di concepire lo spazio aperto.
Col patrocinio della Repubblica di San Marino, è stato fondato Scrittori Dentro, un premio letterario nato con l’intento di aiutare i detenuti a dispiegare la mente, attingere alla memoria e riapprendere a organizzare il pensiero in ambito spazio-temporale, per trovare il modo di vivere, qui-e-ora, un’esistenza cosciente e dignitosa.
Vogliamo stimolare a produrre poesie ma, soprattutto, racconti che vadano oltre le sbarre, nella convinzione che la forma narrativa metta a disposizione dello scrittore la possibilità di inscenare la propria esistenza attraverso personaggi di fantasia, scegliendo di essere l’uno o l’altro, non forzando le scene, ma lasciando che avvengano. È un modo di traslare la propria vita nei personaggi e nell’io narrante che permette una visione degli eventi e delle emozioni da una prospettiva diversa.
Una prima commissione di Scrittori dentro seleziona le opere finaliste che saranno pubblicate. Ai finalisti è offerto un light editing, che significa fare una revisione sulla tecnica, sullo stile di scrittura e sulla coerenza dei contenuti per ottenere una maggiore forza narrativa. Questo lavoro è fatto dagli autori con l’aiuto di uno scrittore qualificato. Le opere sono poi valutate da una giuria che vede riuniti: Lella Costa, Pino Roveredo e Gerardo Bombonato.
Scrittori Dentro è un’attività dell’Associazione Artisti Dentro Onlus, supportata dall’editore di Padova Il Prato Publishing House e da tanti scrittori volontari. Sibyl von der Schulenburg».

“Scrittori dentro” è una speranza che vorremmo veder espandersi e crescere, diffondersi in tutta la penisola e riscuotere una partecipazione ampia il più possibile. Già le si è affiancata intanto “Cuochi dentro”, che usa “il mestolo” invece della penna. Ma di questo parleremo una prossima volta.

(«Il Caffè», 17 luglio 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano