martedì 21 luglio 2015

Moussa Konaté, Il commissario Habib. Due gialli in Africa, ed. Del Vecchio, 2015

Sotto un sole rovente, nell’aria avviluppante dalla calura e dalla polvere, in mezzo a una strada a ridosso della discarica, due bambini giocano con una palla fatta di stracci. Si divertono. Ma niente è divertente come un uomo in bicicletta che, barcollando, si schianta contro un albero: così, da un momento all’altro, i due prendono a dileggiarlo e questo li insegue, mentre i piccoli fuggono via. Uno di essi, Tiéfing, ripara in casa, ma un attimo dopo viene fuori sconvolto: sul retro c’è il cadavere di una donna, riverso sul ciglio della latrina... Basterebbe il malumore di una giornata nata storta, al commissario Habib, senza il bisogno di una telefonata che annunci il ritrovamento di un corpo in periferia: è gonfio d’acqua e irriconoscibile. Ma quel che è peggio è che tutti quelli che sanno bene di chi si tratta - un fattucchiere molto noto, talora tristemente, in zona - sembrano fare a gara nel prenderne le distanze e mentire, come se per qualche motivo fossero disposti a rischiare la galera pur di non aver nulla a che fare con quella storia...
Due romanzi di Moussa Konaté - “L’assassino di Banconi” e “L'onore dei Kéita” - che hanno per protagonista il commissario Habib, funzionario di polizia burbero e disilluso, convinto che non bastino le forze dell’ordine ad estirpare il male dal mondo: questo è un compito che richiede una trasformazione sociale poderosa, forse anche spirituale. I suoi gialli sono tutt’altro che classici, e muovono dalla cultura, dalle tradizioni, dal linguaggio simbolico dei luoghi ancor prima che dagli indizi e dalle testimonianze: è sul piano di quella critica alla società - in funzione rigenerativa, non meramente distruttiva - che l’autore esprime il meglio di sé. Sullo sfondo, l’amore per il Mali, terra dai mille colori e profumi ma anche dalle mille storture e sofferenze, venato dall’Islam e dall’animismo, dalla magia rossa, da una cronica carenza di istruzione che rende difficile la comunicazione tra persone, ambienti, modi diversi di intendere la vita. Una scrittura originale, per una lettura molto diversa dal solito, con due indagini in mezzo al karitè, alle noci di cola e… ai coccodrilli.


Moussa Konaté, Il commissario Habib. Due gialli in Africa, ed. Del Vecchio, 2015.

(«Pagina3», 21 luglio 2015; «Mangialibri», 7 settembre 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano