giovedì 23 luglio 2015
I. Berlin, Pluralismo, ed. Aras, 2014
Il termine “pluralismo” è qualcosa di piuttosto ambiguo - se non in filosofia - quanto meno nella percezione diffusa. Con esso si intende solitamente una generica tolleranza (per non dire “sopportazione”) dell’altro, nell’ambito di una società che non è interessata a rivendicazioni ideologiche (del tipo: esiste un solo dio, nessuno, o più di uno?) ma che si preoccupa della coesistenza pacifica dei suoi componenti. Ecco che la questione del pluralismo diventa subito affare della filosofia politica: che cosa accade della “tolleranza” dell’altro quando si tratta di costruire o la scuola o la moschea? Bisogna accettare un’evidenza fondamentale: non tutte le cose desiderabili sono per ciò stesso realizzabili nello stesso momento. Questo è il pluralismo: la convinzione che possa esistere più di una soluzione giusta a un certo problema. Ma forse, volendo trattare di pluralismo, meglio lasciare la parola a coloro che hanno vissuto in prima persona il problema del sionismo e della ricomposizione del variegato scacchiere geopolitico del dopoguerra, da Roosevelt ad Einstein, passando per Yitzhak Sadeh...
Una galleria di personaggi e di situazioni che porta all’attenzione del lettore italiano cinque saggi minori (per estensione, ma non per importanza) della produzione di Isaiah Berlin: “Il presidente Franklin Delano Roosevelt”; “Yitzhak Sadeh”; “Einstein e Israele”; “Dispacci da Washington”; “Politiche sioniste in tempo di guerra a Washington: un frammento di ricordi personali”. Una riflessione che si annoda ai fatti storici e alle impressioni che quei grandi interlocutori hanno suscitato nell’autore. Il pluralismo sembra una parola bella e pacificante - pare voler dire Berlin - ma diventa rovente e dinamitarda appena entri in contatto con la concretezza della realtà. Il vulnus di questo libro risiede nel carattere apodittico della dialettica berliniana, per la quale certe volte non esistono sfumature: così è fuori discussione che Roosevelt sia stato il garante della vittoria contro i nemici della libertà; similmente, il fatto che un uomo geniale come Einstein sia sempre stato pro-Israele la dice per ciò stesso lunga sulla bontà di questa opzione. Con una Prefazione di Henry Hardy - docente oxfordiano esperto dell’opera di Berlin - e un’ampia Postfazione della curatrice del volume, Bruna Piatti Morganti.
I. Berlin, Pluralismo, ed. Aras, 2014.
(«Mangialibri», 23 luglio 2015)
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