Così Laura Campanello - esperta di Pratiche filosofiche, socio fondatore della Società di Analisi Biografica e Orientamento Filosofico (SABOF) e consulente pedagogica specializzata nell'accompagnamento alle malattie e al lutto - imposta la sua riflessione sulla leggerezza: qualcosa che non ci basta più semplicemente prendere in considerazione. Ne abbiamo bisogno. Si inizi col chiarire che la leggerezza cui ci si riferisce qui non è superficialità; né inadeguatezza, né banalità. Vivere con leggerezza - non come se le cose non avessero il peso che hanno; ma riuscendo a dare a esse, e a se stessi, il giusto peso - è al contrario un'arte e un esercizio filosofico che va affinato tanto con la teoria quanto con la pratica. Perciò questo volume (appena edito da Mursia nell'agile collana "Piccole tracce" diretta da Raffaella Soldani) propone - accanto a una riflessione che va dai classici filosofici (Nietzsche, Seneca) agli studi più recenti (Hadot, Benasayag) - una serie di esercizi volti alla sperimentazione personale. Se filosofia non è mero capire certe cose, ma modificare se stessi nell'incontro con quelle cose (secondo l'idea aristotelica di praxis), anche la nozione di leggerezza non può venir slegata dall'imparare a "vivere leggeri". Con una breve sezione conclusiva di Giorgio Omodeo, psicanalista e psichiatra milanese.
L. Campanello, Leggerezza, ed. Mursia, 2015.
(«Filosofia e nuovi sentieri», 8 luglio 2015)
