Il neodarwinismo imperante in biologia ritiene che la vita sia sorta dal caso e che sia dominata dalla competizione violenta. È veramente così che stanno le cose? È l’unica visione della realtà in accordo con la scienza moderna? Prima di porre tali domande, ci sarebbe da dimostrare che questa impostazione regga davvero alla prova dei fatti: ebbene, pare che non sia così, poiché oggi sappiamo (è la stessa scienza a renderlo noto) che la vita si sviluppa secondo una logica di aggregazione e di cooperazione, oltre che di selezione. Il neodarwinismo è dunque un’idea quanto meno parziale. Qual è l’alternativa? Un ottimismo finalistico che legga dietro ad ogni evento un piano preciso? Certo che no: ormai è chiaro a tutti che il nostro non è il migliore dei mondi possibili, e che le cose mostrano non di rado il volto della mancanza di senso e della contingenza. Eppure non si riduce tutto a questo; c’è dell’altro in questa vita, anche se per vederlo occorre uno sguardo che sappia cogliere la portata reale con l’estensione e la profondità che solo un approccio transdisciplinare può permettere, al di là del mero “bios” e di ogni sorta di categorizzazione, concettuale e morale…
Vito Mancuso - come tutti i grandi intellettuali che si muovono con libertà genuina nell’ambito del sapere, rischiando del proprio - non attira le simpatie di quelli che amano racchiudere la conoscenza dietro etichette fin troppo precise. Inviso a certa teologia (che Panikkar avrebbe definito “microdossia”), quando dice ad esempio che «tutto nella vita si muove, [per cui è impossibile racchiuderla] in un sapere dottrinario di qualunque tipo, religioso o antireligioso, spiritualista o materialista [ovvero] in un catechismo»; e a certo scientismo becero per il quale non esiste altro che la materia e “l’egoismo del gene”, Mancuso ha l’ardire - nel suo ultimo Questa vita (ed. Garzanti) - di mostrare non solo l’incoerenza e la parzialità di certe impostazioni (e di farlo con i loro stessi strumenti), ma perfino di mostrare che teologia, filosofia e scienza possono (e dovrebbero) lavorare unitamente, in maniera armoniosa e complementare, a una visione della realtà più ampia e, tutto sommato, più verosimile e bella. Scritto con uno stile discorsivo accessibile a tutti.
(«Filosofia e nuovi sentieri», 10 giugno 2015; «l'Altrapagina», maggio 2015)
Modulo di contatto
Etichette
aforismi
Alex Zanotelli
altrui cose
Ambiente
Bambini
Bauman
Bellet
biografia
Brunetta
Bullismo
C'è un sole che si muore
Carlo Sini
Cinema
Claudio Fava
Claudio Fracassi
ControCorrente
Daniele Sensi
Desaparecidos
Diego De Silva
Dio perverso
Dipendenze
disabilità
don Andrea Gallo
don Luigi Merola
don Paolo Farinella
e-book
Economia
Educazione
Ennio Remondino
esercito
Etica d'impresa
eventi
Facebook
Fantascienza
Filosofia
Filosofia della scienza
Foto
Fumetti
Galapagos
Geografia
Giochi
Giulietto Chiesa
Giuseppe Miserotti
Giuseppe Onufrio
Goffredo Fofi
guerra
Guerra e pace
Hegel
Heidegger
i piccoli
Idiosincrasie
Il Partito dell'Amore
il telefonino
Illich
Immigrazione
In che mondo viviamo
Incendi in Russia
Internet
L'azzardo del gioco
L'economia come la vedo io
La Chiesa che non capisco
La guerra è guerra
La piaga del nucleare
La verità cammina con noi
le cose si toccano
Letteratura
lettere
Levinas
Libertà di stampa
Linguaggio e realtà
Luciano Gallino
Luigi Zoja
Mafia
Malainformazione
manuali
Marx
Massimo Cacciari
Massimo Scalia
Massoneria
Matematica
Maurizio Torrealta
Mondo
Morin
Musica
My Last Slating
Noir&Giallo
Novità
Nucleare
Pancho Pardi
Panikkar
Paolo Scampa
Parcheggiatore abusivo
pedagogia
Pietro Barcellona
Pippo Civati
Pirateria somala
poesia
Politica
psicologia
Pubblicità
Racconti e poesie
Religione
Riccardo De Lauretis
Roberto Carboni
Scienza
Scuola
Scusi può ripetere?
Sergio Manghi
Società
sport
Stefano Santasilia
Storia
Teatro
Tecnofollie
Tonino Drago
Vincenzo Pepe
Virtù del pubblico - Vizi del privato
Vito Mancuso
War
Powered by Blogger.