Uzbekistan, Kirghizistan, Tajikistan, Turkmenistan, Kazakhstan: cinque repubbliche “ex-sovietiche” che, dalla dissoluzione del grande orso russo in poi, hanno preso vita autonoma in campo politico, e recuperato in parte quella culturale - schiacciata dai rigori anche normativi dell’unificazione. Cinque realtà uniche, accomunate più dal passato che dal presente. E il futuro? Cosa c’è nelle prospettive di queste cinque realtà, cui la popolazione chiede stabilità (in un momento tumultuoso di passaggio) e l’Europa, ai fini del riconoscimento, chiede condizioni di rispetto dello stato di diritto (tutela delle minoranze, ecc.), mentre loro… non hanno nessuna esperienza democratica? Soprattutto: cosa riserva la diplomazia, sui due fronti russo ed europeo, in un momento in cui la posizione geografica diventa strategica per la lotta al terrorismo?
Matteo Pizzigallo e Alessandra Frusciante, entrambi del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Federico II di Napoli, scrivono un libro che - anche se molto leggibile, grazie a uno stile fruibile e discorsivo - è di difficile collocazione: si propone come uno studio delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e ciascuno dei cinque Paesi citati, ma poi ruba spazio (del già esiguo complessivo, scarse 120 pagine) a questo tema facendo una ricostruzione storica anche troppo dettagliata; similmente, dichiara fin da subito di avere intento divulgativo e non scientifico, ma qui ci si domanda quale sia poi il target di lettori cui mira (che non può essere quello scientifico). Non volendo credere che il libro sia pensato esplicitamente per gli studenti (che se lo ritroveranno in mano in sede d’esame), resta l’insoddisfazione di fondo per un’iniziativa originale e interessante più nelle intenzioni che nella realizzazione. Promosso dall’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.
M. Pizzigallo, A. Frusciante, Sulla via di Samarcanda , ed, Bordeaux, 2014.
(«Mangialibri», 19 giugno 2015)
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