
Mi ha colpito, tuttavia, pur in questo andazzo pluridecennale, leggere titoli come questi: “Caserta, napoletano ruba auto ma viene arrestato da una pattuglia della squadra mobile”; “Caserta, truffatore napoletano arrestato in un condominio mentre chiede soldi”. E non perché io - che sono e mi sento tanto napoletano quanto casertano - mi senta chiamato in causa o ne faccia una questione di tifoseria da stadio: la cosa sembra strana di per sé. E fa pensare.
Perché insomma, tanto per cominciare, quella napoletana non è una nazionalità. Né è una qualità paragonabile all’essere, ad esempio, extracomunitario. Nessun confine statale o giuridico pertiene alla “napoletanità”. Allo stesso tempo, non leggo da nessuna parte cose tipo: “Casertano arrestato…”. Va be’, mi si risponderà, sono i titoli dei giornali di Caserta. D’accordo. Ma non leggo neanche “teramano” o “trapanese”. C’è qualche motivo per cui, a Caserta, i giornali credono che Napoli vada trattata “a parte”?
Ribadisco: non voglio stigmatizzare questo trattamento legittimando gli altri denunciati in apertura: la discriminazione fa schifo sempre, e dovrebbe farne a chiunque. Non è né di destra né di sinistra, né del nord né del sud. Detto questo, formulo un paio di brevi ipotesi. La prima: il razzismo di stampo leghista fa più vittime qui che al settentrione. Ci può stare, e del resto l’Italia è famosa per i suoi tanti passi indietro rispetto ai pochi passi avanti. Oppure, la seconda: Caserta è così provinciale da ritenersi distante, diversa, magari superiore al capoluogo. Dimenticando che - pur non essendo le due città uguali in tutto e per tutto - sono molte più le somiglianze che le differenze: dalla criminalità organizzata alla continua emergenza rifiuti.
Vivo a Caserta da quasi quindici anni e non mi sono mai sentito diverso dai casertani doc; al contrario, mi sono subito sentito accolto e più che integrato, oserei dire: a casa. Ecco perché la cosa mi colpisce e mi stranisce. E ogni volta che mi ricapita non posso fare a meno di domandarmi: «Ma questo giornalista… ’e ddo è?»
(«Il Caffè», 12 giugno 2015)
