Può capitare che, sul lavoro, una persona non stia bene: magari non si sente libera di esprimersi, o non si sente parte di un gruppo o di un progetto; oppure non ha buoni rapporti con i colleghi o con i superiori, dai quali non si sente stimata (o che non stima). In casi come questi il problema non è solo della persona: è anche del lavoro, e dell’azienda tutta che di quel lavoro prospera e si serve per va avanti. Per amore o per convenienza, quindi, da molti anni anche il datore più distaccato ha compreso l’importanza di rendere sereno e incentivante l’ambiente di lavoro, si studia il lavoro in relazione al benessere che se ne può trarre, onde mettere i lavoratori nelle migliori condizioni di spirito (grazie alle quali produrre di più, e meglio).
Può sembrare che sì, se ne parli molto, ma si applichi ben poco: ed in buona parte è vero. O, peggio, può sembrare velleitario parlare di simili argomenti quando a mancare non è tanto il benessere lavoro correlato quanto il lavoro tout court. Ma a ben vedere si tratta solo di due lati della stessa medaglia: questo ambito di ricerca è soltanto uno dei tanti aspetti del fondamentale principio che dovrebbe regolare il lavoro: mettere le persone al centro delle cose (del lavoro, dell’economia, della politica...).
Sono chiari su questo punto Michele Valerio, Massimo Di Vera e Jacopo Pezzetta, autori del volume Benessere lavoro correlato. Esperienze di promozione del benessere organizzativo (ed. Erickson), nel mettere l’accento appunto sugli aspetti pratici della questione: nel volume - oltre alla necessaria e interessante trattazione teorica - troviamo una decina di “buone pratiche” effettuate tra il Trentino, la Lombardia e l’Emilia-Romagna e una Guida operativa a uso di responsabili delle risorse umane, professionisti della salute e della sicurezza, imprenditori.
È tempo di rimettere il lavoro al centro della vita (non perché la vita debba esaurirsi in esso; vivere senza lavorare si può e certe volte si dovrebbe, ma questo è un discorso - affascinante - che ci porterebbe troppo fuori tema). Ed è tempo di chiarire con estrema risolutezza: quando diciamo lavoro, d’ora in poi, non è per dire “qualunque schifo purché retribuito (seppur schifosamente)”. Intendiamo quel lavoro “fatto bene” e che “fa bene” a chi lo compie. Il resto è solo fatica. Quella, se credete, lasciamola alle macchine.
M. Valerio, M. Di Vera, J. Pezzetta, Benessere Lavoro Correlato, ed. Erickson, 2014.
(«Il Caffè», 10 aprile 2015)
Modulo di contatto
Etichette
aforismi
Alex Zanotelli
altrui cose
Ambiente
Bambini
Bauman
Bellet
biografia
Brunetta
Bullismo
C'è un sole che si muore
Carlo Sini
Cinema
Claudio Fava
Claudio Fracassi
ControCorrente
Daniele Sensi
Desaparecidos
Diego De Silva
Dio perverso
Dipendenze
disabilità
don Andrea Gallo
don Luigi Merola
don Paolo Farinella
e-book
Economia
Educazione
Ennio Remondino
esercito
Etica d'impresa
eventi
Facebook
Fantascienza
Filosofia
Filosofia della scienza
Foto
Fumetti
Galapagos
Geografia
Giochi
Giulietto Chiesa
Giuseppe Miserotti
Giuseppe Onufrio
Goffredo Fofi
guerra
Guerra e pace
Hegel
Heidegger
i piccoli
Idiosincrasie
Il Partito dell'Amore
il telefonino
Illich
Immigrazione
In che mondo viviamo
Incendi in Russia
Internet
L'azzardo del gioco
L'economia come la vedo io
La Chiesa che non capisco
La guerra è guerra
La piaga del nucleare
La verità cammina con noi
le cose si toccano
Letteratura
lettere
Levinas
Libertà di stampa
Linguaggio e realtà
Luciano Gallino
Luigi Zoja
Mafia
Malainformazione
manuali
Marx
Massimo Cacciari
Massimo Scalia
Massoneria
Matematica
Maurizio Torrealta
Mondo
Morin
Musica
My Last Slating
Noir&Giallo
Novità
Nucleare
Pancho Pardi
Panikkar
Paolo Scampa
Parcheggiatore abusivo
pedagogia
Pietro Barcellona
Pippo Civati
Pirateria somala
poesia
Politica
psicologia
Pubblicità
Racconti e poesie
Religione
Riccardo De Lauretis
Roberto Carboni
Scienza
Scuola
Scusi può ripetere?
Sergio Manghi
Società
sport
Stefano Santasilia
Storia
Teatro
Tecnofollie
Tonino Drago
Vincenzo Pepe
Virtù del pubblico - Vizi del privato
Vito Mancuso
War
Powered by Blogger.