mercoledì 29 aprile 2015

F. Bomprezzi, La contea dei ruotanti, ed. Il Prato, 2015

Paolo è un giovane trentenne di bell’aspetto, che si direbbe “qualunque”, tutto sommato; forse perfino “normale”. Ma la sua vita, da quando è stato catturato, ha subito un brusco stravolgimento: lì, nella Contea dei Ruotanti, dove tutti gli abitanti vanno in carrozzella ed è tassativamente proibito camminare sulle proprie gambe, i soffitti delle prigioni sono bassi e le prescrizioni per i detenuti severe fino all’incomprensibile. Non avrebbe dovuto fare quello che ha fatto, lo sa bene; ma adesso - come cerca di spiegare a Francesca, la sua carceriera - gli sembra tutto eccessivo e grottesco: è veramente necessario che, per stabilire la parità, gli handicappati riducano gli uomini… sulla sedia a rotelle?
Visionario romanzo di matrice fantapolitica ambientato in un moderno Regno autonomo dei disabili su rotelle, collocato nella pianura padana. Metafora di un tentativo di superare la discriminazione che diventa a sua volta - via via che si fa più ambizioso e intransigente - disciminatorio, nell’assumere la propria diversità come norma per l’omologazione forzata dell’altro e nel trattare “gli altri” come un insieme omogeneo, indifferenziato, perdendo di vista l’umana singolarità. È qui, nella presa di coscienza che non esistono né uguali né diversi, ma solo questo uomo e questa donna, ciascuno unico e irripetibile, che potrà iniziare un nuovo ordine, finalmente giusto e adatto a tutti.


F. Bomprezzi, La contea dei ruotanti, ed. Il Prato, 2015.

(«Mangialibri», 29 aprile 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano