giovedì 5 marzo 2015

S. Di Siero, Parlami della tua ombra, ed. e-dEste, 2014

Pasquale è scomparso. “E che me ne importa a me? Che so’ Pasquale io?” verrebbe da commentare con la celebre battuta di Totò. Ma qui il fatto è serio: c’è una persona che non si trova più, e il dottor Vincenzo Russo, medico, si è recato dai carabinieri proprio per denunciarne la scomparsa. Il punto è che di Pasquale - che lui frequenta da un po’ di tempo - non sa nient’altro che il nome di battesimo: né il cognome, né la residenza, né alcuno dei suoi conoscenti. Quello che è certo è che qualcosa dev’essere successo: Pasquale - che nell’ultimo anno si è incontrato con lui regolarmente - di punto in bianco ha smesso di andare a trovarlo. È abbastanza per una denuncia? Probabilmente no. Ma per cominciare a preoccuparsi, forse, è anche troppo….
Questo romanzo di Sergio Di Siero vorrebbe creare la suspense nella città partenopea da sempre altalenante fra il timore del Vesuvio e il fascino misterioso della Napoli sotterranea. Purtroppo però il ritmo, soffocato dai troppi riferimenti a nozioni sui luoghi e sulla tradizione, e lo stile, sovraccaricato da troppi punti interrogativi ed esclamativi, danno luogo a un’imbastitura narrativa in cui i personaggi perdono verosimiglianza e finiscono per assomigliare a delle macchiette. Una maggiore attenzione da parte dell’editor all’ortografia, non solo nel dialetto, avrebbe reso la lettura meno difficoltosa.


S. Di Siero, Parlami della tua ombra, ed. e-dEste, 2014.

(«Mangialibri», 5 marzo 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano