Héléna Marienské riesce a trovare il giusto equilibrio tra l’erotico e il noir, e a consegnare un romanzo godibilissimo che non fa sconti né al linguaggio né alle descrizioni, e soprattutto non si lascia scadere nello stereotipo della seduzione perversa né in quello del serial killing a sfondo sessuale. A tema tra l’altro l’istituzione del matrimonio e la sua sopravvivenza nella nostra società: se è chiaro che è l’omogamia il fattore che più di ogni altro tiene insieme le coppie sulla lunga distanza (nell’epoca dell’aumento dei divorzi), non è forse automatico pensare che la logica e quasi ovvia conseguenza sia un legame matrimoniale basato non solo sull’affinità professionale e culturale, ma anche su quella… di genere? La lezione è chiara: in amore non contano né le rivendicazioni ideologiche (il femminismo, il libertinismo, ecc.) né ciò che è “naturale” (o che si pretende tale). In amore conta l’affinità. E a volte, per poterla coltivare, c’è un prezzo da pagare.
H. Marienské, Libere, ed. Clichy, 2015.
(«Pagina3», 5 marzo 2015)
