«Una bella giornata era e una bella giornata la sentiva Gino. Nella battaglia combattuta dentro di sé, la tranquillità che si profilava aveva trionfato sull’aver questuato ai Barrese. Si erano impegnati. Era segno che sapevano la direzione da puntare. La risposta non avrebbe tardato e sarebbe stata rassicurante. E questo bastava: riacquistare la pace metteva in sottordine cosa gli sarebbe toccato concedere per sdebitarsi».
Gino è un imprenditore dell’Aspromonte, ha una moglie e due figli e, a dirla tutta, non se la passa male. Sarebbe perfetto se non fosse per quella strana telefonata che ha ricevuto prima dell’alba: un tentativo di estorsione, magari di quelli che finiscono in una bolla di sapone, ma lui non riesce a liberarsi dall’agitazione. E, soprattutto, dall’indecisione: chiamare i carabinieri? No, non se ne parla proprio: quelli sanno solamente fare le multe. Cedere al ricatto, con la prospettiva di dover sottostare per tutta la vita? Forse la cosa migliore è rivolgersi a qualche “uomo d’onore”: in terra di ’ndrangheta sono loro a saper risolvere i problemi, con le buone o con le cattive. Quello che al momento non ha ancora valutato è che anche a loro, prima o poi, dovrà rendere il favore…
Un’ottima prova di stile, questo noir (esito della riscrittura del precedente Un anno d’Aspromonte del 1995) dove ogni cosa va al suo posto, dal linguaggio vivido e ben dosato alla trama, fino al ritmo complessivo, nel suo incedere lento e inesorabile. Mimmo Gangemi, ingegnere e scrittore, ha già pubblicato diversi romanzi con Einaudi (tra gli altri, Il giudice meschino, da cui è stata tratta l’omonima miniserie televisiva) e con Garzanti.
M. Gangemi, Il prezzo della carne, ed. Rubbettino, 2014.
(«Pagina3», 10 marzo 2015)
Paolo Calabrò
Filosofia e Noir
Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano