venerdì 20 marzo 2015

Le mani sulla città

«“Allora? Cosa è successo? Mi dica, mi dica pure.”
“Sono venuto a chiederle di ritirare la mia candidatura alle elezioni.”
“Ah.”
“Non le sembri un tradimento in questo momento, ma io mi rifiuto di restare nella stessa lista con Nottola: facciamo un’inchiesta, scopriamo che mezza amministrazione comunale meriterebbe di andare in galera, e poi? Devo far finta di niente e tenermi Nottola seduto vicino in consiglio?”
“Veda, veda caro amico, la questione non si pone in termini morali. La esamini dal punto di vista politico, perché bene o male Nottola e i suoi compagni sono ancora una forza, ed è indispensabile per noi portarli dalla nostra parte.”
“Indispensabile a che?”
“Ma per farci prendere la maggioranza, no?”
“Va bene, prenderemo la maggioranza. Ma in questo caso ci ritroveremo tutti nello stesso calderone e non potremo alzare più un dito contro nessuno. Nottola non cambia, lo sanno tutti chi è, e proprio noi ce lo dobbiamo dimenticare? Come possiamo pretendere di guidare l’opinione pubblica quando apriamo le braccia a gente come quella?”
“Caro Balsamo, l’opinione pubblica la facciamo noi. Un grande partito come il nostro, di Nottola ne può digerire quando vuole. Ma pensi piuttosto alla responsabilità che si assume un uomo politico di fronte a questo dilemma: lei può cambiare la situazione da così a così, e non lo fa per una questione di ‘incompatibilità morale’... E il bello è che facendo così lei non distrugge i Nottola, fa solo finta che non esistano.”
“Lei parla come se il potere fosse tutto. Io dirigo un ospedale, ma se non posso fidarmi dei miei medici, che me ne faccio?”
“Li caccerà, li cambierà, cercherà di modificarli, non lo so, ma potrà farlo appunto perché lei è il direttore.”
“Già, ma se avessi saputo di dover collaborare con dei mascalzoni, io non avrei mai accettato di fare il direttore.”
“Bravo! Così lo sarebbe diventato un altro, forse peggio di lei. Caro Balsamo, in politica l’indignazione morale non serve a niente. L’unico grave peccato sa qual è? Quello di essere sconfitti.”»

Francesco Rosi, Napoli 1922 - Roma 2015

(«Il Caffè», 13 marzo 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano