venerdì 6 marzo 2015

Caserta: è tutto normale

Ho due figli alla primaria del Sant’Antida, scuola che consiglio a tutti - non lo dico per fare pubblicità al più antico e fedele degli sponsor del giornale, ma perché sono cinque anni che mi ci trovo bene. Detto ciò, il fatto è che a dicembre scorso mi arriva una multa per divieto di sosta in via Sant’Antida. “Strano - penso - noi genitori abbiamo un permesso speciale per la ZTL, che ci agevola (sia materialmente, sia economicamente) il compito di accompagnare e tornare a prendere i nostri figli”. Tuttavia non è la prima volta che accade, e come sempre mi reco presso il comando dei vigili per depositare la richiesta di cancellazione al prefetto, e per parlare con qualcuno che mi spieghi come sia possibile che, ogni anno, mi venga recapitata una multa errata. “Non c’è nessun errore - mi spiega il comandante, peraltro gentilissimo, che mi riceve e si intrattiene con me più di un quarto d’ora - la macchina era in divieto di sosta, e lei ha un permesso solo per il transito”. È vero: i permessi sono tutti così: solo per il transito. Come se, di fronte al portone della scuola, io potessi - senza neanche fermarmi - scaraventare i piccoli fuori dall’abitacolo e filar via. Glielo spiego. Sorride. “Ha ragione - mi dice - questo permesso a voi genitori non serve. Ma è colpa della scuola che non vi tutela abbastanza”. Aggiunge poi, continuando a parlare, che in nessun caso potremmo ricevere permerssi più ampi di questi, perché il regolamento della ZTL vieta tassativamente la sosta nell’intera area. “Dunque - gli faccio osservare - se anche la scuola volesse tutelarci di più la legge glielo impedirebbe”. Non mi dà torto. “E tuttavia - continuo - per i residenti la legge prevede delle eccezioni”. Ma, insomma, anche di fronte alla mia obiezione (spero) ragionevole, la legge è la legge, e il regolamento parla chiaro.

«La ZTL è una scelta di civiltà».
Pio Del Gaudio

Esco e mi reco a scuola. Mi si conferma che questi permessi sono il massimo cui si possa aspirare. “D’altro canto - mi si dice - la prassi è di fare ricorso al prefetto: le multe vengono tutte annullate”. “E come mai?” chiedo. Domanda sciocca, lo ammetto: non possono certo saperlo. L’avevo domandato anche al comandante, con lo stesso esito. Di fatto è proprio così: negli scorsi anni me ne hanno già annullate cinque. Ora, sapere come mai il prefetto le annulli tutte ha ben poca importanza: confido che anche questa segua la stessa sorte. Riflettiamo un attimo, però: in una città normale la legge dovrebbe tutelare le esigenze reali dei cittadini (e non consentire l’emissione di permessi che non hanno senso): dal punto di vista della legge, infatti, quel quarto d’ora in cui io lascio la macchina ferma e incustodita a un lato del vicolo non me lo potrei concedere, e io sono passibile della giusta sanzione. Ma, domando, veramente non si può prevedere - come per tutti i casi eccezionali, appunto, come per i residenti - una cosa diversa, tipo: un permesso di sosta con disco orario di 15 minuti? È veramente impossibile? Devo continuare ad affidarmi al buon senso (o alla pietà) dell’istituzione che vorrà annullarmi la multa? E veramente ogni volta dovrò continuare a produrre istanze, a esibire giustificazioni e in fin dei conti a sentirmi sempre in colpa per aver violato la legge? Scusate, ma che dico? Stavamo parlando di una città normale. E via Sant’Antida - insomma - è pur sempre Caserta.

(«Il Caffè», 27 febbraio 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano