venerdì 6 marzo 2015

B.F. Carillo, Tecnica dell’investigazione, ed. Edi-Ermes, 2014

Alcuni mestieri posseggono un fascino innato: uno di essi è quello dell’investigatore. E se quello privato ha dalla sua il carisma (la cui immagine ovviamente deve molto al cinema e alla letteratura di genere), quello “pubblico” (l’agente di polizia giudiziaria) ha dalla sua il supporto impagabile dei mezzi scientifici d’indagine. Entrambi, ovviamente, devono sottostare alla legge e seguirne le tappe obbligate. Poi, però, ci sono tutti i “ferri del mestiere”: come valutare un’informazione investigativa? Come condurre un’analisi criminale in base al ragionamento deduttivo, induttivo e abduttivo? Come scegliere un’ipotesi investigativa praticabile? Come eseguire un pedinamento? Come verificare (o intercettare) un’utenza telefonica?
E ovviamente ci sono i trucchi del mestiere, oltre ai ferri, che Biagio Fabrizio Carillo - ufficiale dell’Arma dei Carabinieri e docente di Metodi tecniche e tecnologie dell’analisi criminale e indagine investigativa - mette in evidenza in una trattazione fluida sempre tesa tra il fatto e la norma, che spazia dal profiling alle investigazioni scientifiche (quelle, per intenderci, dove la fanno da padroni il DNA e il Luminol, le impronte e il guanto di paraffina), dalle indagini in materia di stupefacenti a quelle antimafia, ognuna con le sue peculiarità e i suoi limiti materiali e normativi. Un manuale finalizzato a descrivere per filo e per segno “l’attività della polizia giudiziaria dalla notizia di reatio all’accusa”, che gli addetti ai lavori troveranno completo e puntuale, e che i semplici curiosi… scopriranno intrigante al di là degli aspetti burocratici.


B.F. Carillo, Tecnica dell’investigazione, ed. Edi-Ermes, 2014.

(«Mangialibri», 6 marzo 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano