Svetlana Aleksievič è una di quelle persone la cui biografia sarebbe di per sé sufficiente a certificare lo spessore della sua opera scritta: cronista ucraina del crollo dell’URSS nella seconda metà del secolo scorso, candidata al Premio Nobel per la letteratura nel 2013, critica del regime bielorusso di Lukašenko al punto di essere da questi perseguita, con i suoi libri (peraltro tradotti in quaranta lingue) messi al bando e lei costretta alla fuga. In questo ponderoso e avvincente volume raccoglie le testimonianze di uomini e donne che non solo hanno vissuto quegli anni ma ne hanno condiviso gli orientamenti e le speranze, e che hanno dovuto fare i conti con la dura verità degli archivi, che ha rivelato una realtà ben diversa da quella cui credevano di essere appartenuti. Un affresco corale affascinante e scritto ottimamente, che intreccia con sapienza la voce del soldato a quella della contadina, della profuga, della musicista. Un libro che permette di accedere alla storia della Russia in maniera inedita, con la chiarezza che solo una visione dall’interno può dare.
S. Aleksievič, Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo, ed. Bompiani, 2014.
(«Mangialibri», 19 febbraio 2015)
