lunedì 23 febbraio 2015

I. Artibani, L. Costantini, L. Falcone, M. Proietti Mancini, Storiacce romane, ed. Historica, 2014

«“’A ’nfame!” strillano i ragazzini quando vedono Amedeo. Lui neanche alza più la testa; tanti li conosce, girano lì intorno a Piazza Trilussa dentro a quelle scatolette de latta, così le chiama, altri s’accodano per sentito dire e lo bollano puntando il mento da lontano, come a confermare quello là?, poi o sputano per terra in senso di disprezzo oppure fischiano o s’avvicinano incuriositi facendo finta di niente e se Amedeo intuisce le brutte s’alza quatto, mezzo ingobbito, e a passetti veloci tela su verso Via Garibaldi».

Molto bello. Anzi: molto belli, i tre racconti del volume Storiacce romane, di Igor Artibani, Laura Costantini, Loredana Falcone e Marco Proietti Mancini (ed. Historica). Tre storie che restituiscono - nel linguaggio, nei nomi, negli ambienti - il sapore di una capitale di periferia che, pur nella più nera disperazione, non vuole rinunciare a raccontarsi e a tirar fuori quello che ha da dire. Nessun esordiente tra questi quattro autori romani doc. Titoli: “Er Boia de Trastevere”; “Daiana”; “Mi chiamo Antilope”.



I. Artibani, L. Costantini, L. Falcone, M. Proietti Mancini, Storiacce romane, ed. Historica, 2014.

(«Pagina3», 23 febbraio 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano