Si chiama John Wayne. Gacy jr., però. E non fa l’attore, ma l’imprenditore e il benefattore: in città lo conoscono come quello impegnato nel volontariato (è clown-therapist per i bambini in ospedale) che ha appena fatto una donazione milionaria per la costruzione di un nuovo ospedale pediatrico. Nessuno immagina l’archivio di riviste porno sadico-omosessuali che tiene in casa, né il macabro deposito occultato sotto le assi della sua camera da letto… Nell’ambito di un controllo relativo a delle batterie per auto rubate, la polizia di Plainfield, nel Wisconsin, entra in casa di Edward Theodore Gein, senza trovare nulla. Cioè: nulla delle batterie. Non si può dirlo infatti del cadavere sgocciolante che penzola dal soffitto e della allucinante collezione di oggetti realizzati in pelle umana… Andrei Romanovich Chikatilo è uno studente ucraino modello, che riesce a conseguire tre lauree prima di venir reclutato dal KGB sotto copertura. Nel suo curriculum qualche sospetto di molestie sessuali, niente di più. Ma qualcos’altro deve pur esserci, se si è meritato - prima dell’esecuzione capitale - l’epiteto di “mangiatore di bambini”...
Pennywise, il mostruoso clown del celebre It di Stephen King; Norman Bates, il protagonista di Psycho; Buffalo Bill, il serial killer del Silenzio degli innocenti… sono soltanto alcuni dei personaggi letterari e cinematografici ispirati alle vite vere di assassini seriali che negli ultimi due secoli hanno insanguinato i luoghi in cui abitavano e sconvolto l’immaginario di tutto il mondo. Con grande sintesi - qualità benvenuta, in un ambito letterario che sembra non riuscire mai a fare a meno di strizzare l’occhio al romanzesco - Domenico Mortellaro delinea la personalità e la cronaca di nove fra le più (tristemente) famose “vite esemplari in efferatezza e in brutalità”. Per capire che non c’è mai limite al peggio; e che - con buona pace di Lombroso e dei suoi neuro-eredi - non c’è nulla che accomuni in maniera schematizzabile l’esperienza di queste aberranti deviazioni. Né la felicità né l’intelligenza basta a scongiurarne il rischio; ancor oggi, la sua imprevedibilità fa più paura della follia stessa.
D. Mortellaro, Vite da assassino, ed. Iris4, 2005.
(«Mangialibri», 26 febbraio 2015)
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