«ALE ERA UN BAMBINO DI SETTE ANNI. UN GIORNO, VIDE DALLA FINESTRA I DUE GEMELLI BIG E BANG NELLA PIAZZA. ERANO MOLTO PREPOTENTI. DICEVANO A UN BAMBINO DI SCENDERE SUBITO DALLA SUA BICICLETTA PERCHÉ VOLEVANO FARE UN GIRO. ALE SI BUTTÒ SUL LETTO DELLA SUA CAMERETTA. PRESE IL PUPAZZO DEL SUO SUPEREROE PREFERITO: IL GRANDE "SUPERALDO"! LUI POTEVA SICURAMENTE SCACCIARE I GEMELLI DISPETTOSI!».
«Dalla finestra della cameretta di Ale si poteva vedere tutta la piazza del paese. Lì c'erano sempre Big e Bang, due terribili gemelli che terrorizzavano i bambini del quartiere. Anche Ale era un bambino e aveva paura di loro. "Eccoli là!" pensò, mentre i gemelli dicevano a un bambino di scendere dalla bicicletta perché volevano fare un giro. "Ma ecco che arriva Superaldo!" disse Ale, buttandosi sul letto. Prese in mano un pupazzo mascherato, con un mantello rosso e due lettere blu stampate, una S e una A. "Un colpo di karate, una mossa di judo e i due cattivoni sono messi in fuga. ben fatto, SuperAldo! meno male che ci sei tu..." continuò Ale, muovendo il pupazzo».
C. Scataglini, SuperAle. Un supereroe niente male, ed. Erickson, 2014, pp. 100 + 42, euro 9,90 (libro e quaderno indivisibili).
(«Pagina3», 23 gennaio 2015)