giovedì 22 gennaio 2015

M. Bandera, I rivoluzionari di Dio, ed. EMI, 2014

Rivoluzione: c’è chi la studia; chi la prepara; chi prega per averla (o per scongiurarla); c’è chi ne fa una dottrina politica, filosofica, teologica; chi ne tesse le lodi ideali e chi ne denuncia gli orrori storici. Insomma: a ciascuno la sua rivoluzione. Anche a chi pensa che il messaggio evangelico sia intrinsecamente rivoluzionario - in maniera nonviolenta, beninteso - e, per saggiare la sua convinzione, si spinge a chiederne lumi a figure eminenti quanto trapassate, da Paolo di Tarso a Francesco di Sales, da Bartolomé de las Casas a Charles de Foucauld, da Edith Stein a Oscar Romero: tutti uomini (e donne) che quel vangelo conoscevano bene e da vicino, per averlo incontrato in terra di missione, dove la rivoluzione è spesso qualcosa di più che un concetto…
Mario Bandera, sacerdote direttore del Centro missionario della diocesi di Novara, dagli studi teologici in Uruguay, scrive più di trenta interviste “impossibili” ad altrettanti “ribelli della fede”, che hanno saputo interpretare, vivere e testimoniare la portata rivoluzionaria di un vangelo dal volto mite ma dirompente - disposto - per amore della vita - al sacrificio più estremo. Scritto con uno stile accessibile e talvolta ironico fino all’umoristico: ma non è forse la leggerezza il modo migliore per parlare delle cose più serie?


M. Bandera, I rivoluzionari di Dio, ed. EMI, 2014.

(«Mangialibri», 22 gennaio 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano