giovedì 22 gennaio 2015

R. Alberti, L’estremamente magico, ed. Miraggi, 2013

«Dalla fronda dell’albero scesi uomo. Dinanzi a me, esseri simili, li vidi. Chiedendo del mio male che di fronte avevo, nessuno però ebbe il coraggio di costruire una risposta». I grandi temi della vita e della morte, dell’amore e dell’odio, del timore e del coraggio; il buio e la luce, il duro e il tenero, la ricchezza della relazione e la profondità del silenzio, lo scorrere del tempo e la lotta contro il proprio egoismo. Sullo sfondo, la vita in montagna e il contatto con i suoi elementi: il vento, la roccia, l’erba del prato, il legno degli alberi; mentre in lontananza, ma sempre a vista d’occhio (per chi sappia ancora guardare), gli spiriti della terra, creature fatate che accompagnano la vita di quanti la abitano…
Rolando Alberti, classe 1971, ha sempre fatto il pastore, conducendo le sue capre sulle vette delle Alpi Apuane, dove è nato e cresciuto. Allo stesso modo, ha sempre scritto: anzi, come tiene a sottolineare, ha sempre pensato, cogliendo poi ogni occasione per trascrivere quei pensieri in parole e in componimenti, plasmandone la forma fino a renderli poesia. Un autore che umilmente si firma senza maiuscole, ma che scrive in stampatello, con ortografia approssimativa: perché lui le scuole le ha frequentate solo fino alla terza media, e sovente vi si assentava per dedicarsi al gregge. Ciò che non ha impedito alla sua vena artistica di continuare a sgorgare spontaneamente: con la forza prorompente della sincerità e la chiarezza di uno sguardo attento e riflessivo. Con la cura di Enrico Medda e Guglielmo Fiamma.


R. Alberti, L’estremamente magico, ed. Miraggi, 2013.

(«Mangialibri», 22 gennaio 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano