lunedì 12 gennaio 2015

B. Lopez, Una geografia profonda, ed. Galaad, 2014

Esistono tanti modi di fare geografia. Ci si può rivolgere alla forma delle coste e al profilo dei paesaggi, come si faceva una volta, quando gran parte della terra era sconosciuta e la geografia coincideva quasi del tutto con la cartografia. Oppure si potrebbe essere interessati alla parte interna dei territori, non solo inanimata, alla fauna, alla flora, alla vita che vi si svolge, all’impatto dell’urbanizzazione. A un livello più profondo, a partire dalle tante relazioni che ogni cosa stringe con ogni altra, si può aspirare a conoscere il territorio entrando in “comunione” con esso, arrivando a maturare una forma di saggezza esistenziale che non è più solo un generico rispetto o un calcolo della sostenibilità, ma amore verso quella terra che è madre di tutte le cose…
Barry Lopez, naturalista che ha dedicato tutta la vita alla conoscenza dei luoghi e di tutto ciò che ospitano, raccontandola in parole, scritti, fotografie, presenta qui un’antologia di nove saggi di epoche diverse, seguiti da un’intervista registrata da Davide Sapienza, curatore italiano del volume, che firma anche il saggio conclusivo (mentre quello introduttivo è di Franco Michieli). Raccolta che risente un po’ di certo moralismo tipico della tradizione nordamericana (Emerson e Thoreau) ma che offre uno sguardo sulle cose a un tempo incantato e lucido al quale - ahinoi - non siamo più abituati. Testo interessante per i nostri giorni, in cui il rapporto con l’ambiente va ripensato a fondo in un’ottica maggiormemte olistica e meno predatoria.


B. Lopez, Una geografia profonda, ed. Galaad, 2014.

(«Mangialibri», 12 gennaio 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano