martedì 23 dicembre 2014

Z. Bauman, Visti di uscita e biglietti di entrata. Paradossi dell’assimilazione ebraica, ed. Giuntina

Duro destino quello del convertito: più cerca di integrarsi nella nuova comunità, più diventa straniero, ai suoi stessi occhi - che percepiscono tutta la mancanza di sintonia con ciò che sente di essere davvero, e di essere sempre stato - a quelli degli altri come lui - che, pur impegnati nello stesso sforzo, non sono abituati a vederlo così - e a quelli di chi convertito non è, e vede quello sforzo come qualcosa di giustapposto, spesso eccessivo o innaturale, magari pieno di zelo, ma mai spontaneo. Destino simile è toccato al popolo ebraico nel corso della storia: tutti protesi a farsi assimilare dai popoli ospiti, sono stati spesso additati come malfidati, falsi nel loro tentativo di far credere di voler cambiare integrandosi, in realtà orientati a secondi fini di tornaconto personale e comunitario, quando non di sabotaggio o di alto tradimento. Non erano stati forse proprio loro, in fin dei conti, a vendere la propria identità pur di farsi accettare? Non erano stati loro a rinunciare alla loro specificità ebraica?
Amaro paradosso per un popolo che pur nelle diverse ombre - concentrate soprattutto nella parentesi contemporanea - ha dato tanto all’umanità. Zygmunt Bauman, sociologo polacco naturalizzato inglese di fama planetaria, scrive un penetrante saggio - che spazia dal pensiero di Scholem a quello di Marx, da Barth a Rosa Luxemburg, fino al nazismo e alla nascita dello Stato di Israele - sulle tappe e gli snodi di un percorso che ha portato - paradossalmente, appunto - la gente di Jahvè in una direzione completamente diversa da quella prevista. Colpa probabilmente di un’idea vetusta e contraddittoria di assimilazione, che ancor oggi pretende dall’immigrato un’accettazione della cultura ospite talmente integrale e “chimicamente pura” da implicare una rinuncia alla sua cultura d’origine. Non c’è futuro per questo orientamento: la storia raccontata in questo libro mostra, una volta di più, che l’assimilazione ha fatto il suo tempo (e ha fallito). La via d’uscita - per delle società globali e multiformi come le nostre - è l’interculturalità, armonizzazione nelle differenze: forse la cosa più difficile che esista, ma anche la più bella. Con la Postfazione di David Bidussa.


Z. Bauman, Visti di uscita e biglietti di entrata. Paradossi dell’assimilazione ebraica, ed. Giuntina, 2014, pp. 79, euro 10.

(«Mangialibri», 23 dicembre 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano