mercoledì 24 dicembre 2014

A. Bernardini, La vodka è finita, ed. Ensemble, 2014

Ugo è solo per strada, di notte, quando si accorge di essere pedinato. Nonostante si sia nascosto bene, il malintenzionato sa che si trova lì e gli intima di venir fuori. C’è poco da scherzare: ha un coltello. Ma Ugo non ha nessuna voglia di scherzare; anzi, è quasi contento di poter affrontare quello sconosciuto, senza convenevoli, da soli: è piacevole la sensazione di poter essere - non gli capita spesso - come gli altri. Perché Ugo non è come gli altri: non puoi esserlo, quando sei figlio di tanto padre e nipote di tanto zio. Se n’era accorto la prima volta dopo averle prese dai fratelli Romualdi: non sapevano chi fosse, e dopo averlo pestato erano tornati a scusarsi in ginocchio. Quindi questa pericolosa ha avventura ha un po’ il sapore dell’occasione da non perdere: prendere a calci quel tossico al buio dei lampioni, un po’ come prendere a calci una vita che non si è scelto, un po’ come darsi una “seconda possibilità”. Quella che ha negato a sua madre, mentendole a riguardo del suo stesso marito: e anche se lo ha fatto per il bene di lei, la menzogna non è qualcosa che si lavi via tanto facilmente…
Bello il noir di Alessandro Bernardini, scrittore esordiente che ha già uno stile maturo e le idee ben chiare su ciò che vuole raccontare. Non cede alla tentazione dei clichè e non indulge a un linguaggio sovraccarico - tanto spesso presente in opere di questo tipo, anche da parte di autori rodati. «Accese il sigaro. Tirò indietro la testa, godendosi l’odore del fumo. Gli facevano male le spalle. Si sentiva come se avesse due tiranti applicati ai muscoli. Sentiva un calore che si espandeva a tutta la schiena. Le gambe erano deboli, e il cuore andava un po’ più veloce del normale. Era teso. Guardò fuori. La gente si massacrava per avere un pezzo di pane in più. Ecco cos’era il mondo fuori, per lui». Una storia che ha a che fare con la strada, la galera, il rapimento, tenendo sullo sfondo il crollo del muro di Berlino e l’immagine di un mondo che - pur in mezzo ai più radicali cambiamenti - in fin dei conti resta sempre lo stesso.


A. Bernardini, La vodka è finita, ed. Ensemble, 2014.

(«Mangialibri», 24 dicembre 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano