lunedì 22 dicembre 2014

L. Frank, L'uomo è buono, ed. Del Vecchio, 2014

Anton Seiler, poeta sul lastrico, decide di punto in bianco - pressato dai ricordi di quindici anni prima - di tornare nella sua cittadina natale, per rincontrare il vecchio maestro d’un tempo, Herr Mager, e riconciliarsi con lui nonostante quello che ha dovuto subire a scuola… Robert, biondo ragazzone, fa il cameriere in un albergo-ristorante, ma detesta quel lavoro: lo fa sentire inferiore agli altri. Così, quando gli nasce il figlio tanto desiderato, giura a se stesso che lo farà studiare fino all’università: giammai suo figlio dovrà servire a tavola come lui. Poi, vent’anni dopo, riceve la notizia dal fronte: il giovane è “caduto sul campo dell’onore”... La donna si passa una mano sul grembo, dove c’è suo figlio che aspetta di venire al mondo. Suo padre, invece, da questo mondo se n’è appena andato: una pallottola alla testa nel bel mezzo di una battaglia e lei - che fino a poco fa era una moglie, oltre che una futura mamma - adesso moglie non lo è più, è diventata una vedova di guerra…
Sono cinque i racconti dell’opera Der Mensch ist Gut qui offerti al lettore italiano insieme all’altra opera di Leonhard Frank dal titolo Die Ursache (L’origine del male), romanzo breve dalle tinte gialle. Tema comune l’assurdità della guerra, non trattata dal punto di vita filosofico bensì mostrata nel suo lato più crudele e insensato: quello della propagazione della sofferenza, del dolore, della morte dell’uomo. Frank non si attarda nella disamina di argomenti pro e contro il conflitto, il progresso, la supremazia, gli ideali: si concentra invece, con grande incisività, sul racconto di storie qualunque che, proprio per questo, potrebbero toccare da vicino chiunque. Un classico della letteratura tedesca meritevolmente recuperato da Del Vecchio in un’edizione curata nei dettagli.


L. Frank, L'uomo è buono, ed. Del Vecchio, 2014, pp. 336, euro 15.

(«Mangialibri», 22 dicembre 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano