Bello bello bello: un noir teso e avvincente, la cui vicenda si snoda fra la periferia di Milano e il centro di Padova e tiene il lettore incollato grazie alla profondità dell’indagine psicologica - ricca di implicazioni e priva di sbavature (impressionante nell’esposizione dell’oculofilia e nell’esplorazione del significato della maschera di zucchero come simbolo del rifiuto dell’ipocrisia nelle relazioni, in favore dell’autenticità delle emozioni) - e alla verosimiglianza dei personaggi, resi vividi e familiari tanto nelle piccole quotidianità quanto nelle anomalie. Protagonista di spicco - nell’ambito di una narrazione marcata dalla fisicità e dalla sensualità, con punte di genuina eccitazione - è il linguaggio, che è modellato sui caratteri e ne segue il profilo. Un romanzo ben scritto e ben congegnato, che sa regalare ache momenti di divertimento spassionato, come quando - nel bel mezzo della proiezione di un porno al cinema - le due amiche che confabulano vengono interrotte da uno spettatore seccato che esclama: «E basta! Non si sente un cazzo!». Caldamente consigliato.
Sibyl von der Schulenburg, Ti guardo, ed. Il Prato, 2014, pp. 192, euro 10.
(«Mangialibri», 27 novembre 2014; «Pagina3», 1 dicembre 2014)
