venerdì 19 dicembre 2014

P. Rondini, Il salto della rana, ed. Fernandel, 2014

«La mia mente pulsava domande. Era poi plausibile che tutto ciò fosse stato realizzato solo per favorire l’isolamento di un gruppo di sarti e del loro stilista? Per un marchio di vestiti? Per la moda? Ancora pugni dentro la testa: una voce prepotente mi diceva che quel posto aveva qualcosa di simbolico, di allegorico, qualcosa di pericoloso che tuttavia, proprio come l’uomo che lo rappresentava, mi stava attirando a sé».
 
Terza prova narrativa per Paola Rondini, già autrice di Miniature (2007) e I fiori di Hong Kong (2010), entrambi editi da Fanucci. Gli ingredienti sono qui l’occasione professionale della vita, l’infatuazione repentina e ambigua, le dinamiche autoreferenziali e avulse del mondo della pubblicità e della finanza; il tutto espresso in uno stile visionario che richiama le atmosfere del cyberpunk. Sullo sfondo il Cubo, metafora inquietante di una vita “altra”, aliena ma dalle inedite possibilità. In edizione Fernandel rilegata a filo.


P. Rondini, Il salto della rana, ed. Fernandel, 2014, pp. 142, euro 12.

(«Pagina3», 19 dicembre 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano