martedì 16 dicembre 2014

Marco G. Dibenedetto, Il mare odia gli spigoli, ed. Golem, 2013

«“Certo che non siamo in ottima forma, eh ispettore?” scherzò con sarcasmo il sovrintendente.
Non faceva molto caldo, ma i due poliziotti sudavano abbondantemente.
“Va be’, una corsetta ce la siamo fatta, però se becco di nuovo quella signora l’arresto per infarto a pubblico ufficiale».

Una donna anziana sta urlando per la strada: no, non è pazza, ha assistito allo scoppio di una rissa e sta chiedendo l’aiuto di qualcuno. L’ispettore Rubatto e il sovrintendente Stafano ci mettono un attimo a rendersi conto della situazione e ad accorrere: sul posto trovano un giovane in fin di vita, ridotto così da una banda di delinquenti che dev’essersi accanita su di lui perché omosessuale. In un attimo di distrazione l’ispettore perde di vista il collega e - solo qualche istante dopo - lo ritrova in fin di vita sulla strada: adesso l’ambulanza dovrà portarne due all’ospedale; mentre a lui non rimane che un’unica pista investigativa: la medaglia rimasta impigliata nelle mani della vittima, lascito di uno degli aggressori, con la scritta: “Vae Victis”... Terzo noir della serie che ha per protagonista l’ispettore Rubatto, qui alle prese con la fioraia Chicca Billa e con i teppisti “Rocco il Ricco”, “Abhy l’Albino” e “Fabietto l’Orsetto”. Ottima la cura editoriale, con copertina plastificata con risvolti, segnalibro a tema e rilegatura a filo.


Marco G. Dibenedetto, Il mare odia gli spigoli, ed. Golem, 2013, pp. 174, euro 14.

(«Pagina3», 16 dicembre 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano