Lo scorso 1 dicembre, a Lusciano, è stato presentato il progetto di recupero di un terreno confiscato alla camorra. È una buona notizia, in generale; ed è ottima, in particolare, per ricordare (e magari prepararsi a festeggiare) il ventesimo anniversario della nascita dell’associazione antimafia “Libera”. Era il 1995 quando don Luigi Ciotti - prete torinese già noto per il suo impegno nell’ambito delle tossicodipendenze - cominciò a raccogliere attorno a sé alcuni esponenti di spicco della società civile - tra gli altri Luciano Violante, allora presidente della commissione parlamentare antimafia; Gian Carlo Caselli, magistrato; Rita Borsellino, sorella di Paolo - per dare vita a un’associazione che un anno dopo raccoglierà un milione di firme a favore della proposta di legge per la destinazione a fini sociali dei beni confiscati. Libera è oggi l’unica organizzazione non governativa italiana inclusa tra le prime cento ONG del mondo, venendo così a rappresentare - per riprendere le parole di Nando Dalla Chiesa nella sua introduzione a La scelta libera. Giovani nel movimento antimafia (ed. Gruppo Abele), scritto in collaborazione con Ludovica Ioppolo, Martina Mazzeo e Martina Panzarasa - “la più alta espressione del made in Italy sul piano civile”.
Di strada dunque ne è stata fatta tanta, ma molta resta ancora da fare, soprattutto se si pensa nell’ottica di debellare la piaga devastante della criminalità organizzata. Cosa che richiede non più solo l’impegno - per quanto eccellente e irrinunciabile - di pochi o molti volontari, ma il coinvolgimento dell’intera società. L’opposizione alla mafia dev’essere non più la scelta ponderata di chi ha affrontato il problema da vicino (magari suo malgrado), ma la scelta “di default” di ogni cittadino italiano. Questo libro - che oltre alla ricostruzione storica e a un’abbondantissima bibliografia finale presenta le varie sfaccettature e le prospettive del movimento - offre la testimonianza che l’impegno degli uomini di buona volontà può fare la differenza e che le cose possono essere davvero diverse se ci crediamo e, soprattutto, se ci lavoriamo. Con la nostra scelta libera.
(«Il Caffè», 19 dicembre 2014)
venerdì 26 dicembre 2014
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