La “Casa degli scambi” di Rio de Janeiro è famosa come lupanare di lusso della massima riservatezza: per questo è frequentato da personalità di spicco che amano il divertimento più sfrenato e imprevedibile e rifuggono dal clamore. Almeno lo era: prima di diventare famosa per l’omicidio del segretario del presidente, avvenuto il 13 giugno del 1913. Il cadavere viene ritrovato con braccia e gambe ben stretti al letto e con addosso i segni dello strangolamento: sono questi a suggerire alla polizia che quasi sicuramente non è stata una donna a compiere l’assassinio. Eppure tutti i sospetti ricadono su Fortunata, l’“infermiera” (si chiamano così le prostitute della Casa) che tutti hanno visto appartarsi con la vittima. Sembrerebbe un delitto così tanto difficile da risolvere da apparire “perfetto” sul piano della logica ancor prima che dell’esecuzione: ma in una casa come quella, poco o nulla è come sembra…
Tra passaggi segreti e vecchie mappe, poliziotti all’inseguimento di ladruncoli, dimostrazioni di capoeira e filosofia tupi (per la quale “un individuo può dirsi completo solo quando ha un nemico”), Alberto Mussa svolge le fila di un giallo (ché tale è, non un “romanzo erotico”, come riportato in copertina), nella cornice di una intuizione fondamentale: ogni città ha i suoi crimini specifici, e questi non potrebbero venir commessi allo stesso modo da nessun’altra parte. Solido e ben scritto, qui nella traduzione di Paola Vallerga. Pubblicato con il sostegno del Ministero brasiliano della Cultura-Fondazione Biblioteca nazionale.
A. Mussa, La casa degli scambi. Romanzo erotico a Rio de Janeiro, ed. e/o, 2013, pp. 222, euro 18,50.
(«Pagina3», 13 dicembre 2014)
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