Nonostante la frase d’apertura, questo di Becchetti non è affatto il solito libro, anzi: premesso che l’economia capitalistica sta toccando ormai (e già da un bel po’) i suoi limiti strutturali, e che «il primo problema di cui oggi un economista anche solo liberale dovrebbe occuparsi è come può la maggioranza debole e dispersa contrastare e arginare il potere di lobby concentrate e aggressive», la cosa fondamentale è non smettere di credere che abbiamo la possibilità concreta di prendere in mano il nostro destino, e governarlo. E non (solo) perché di questa speranza abbiamo bisogno; ma perché ne abbiamo realmente la possibilità, tramite il “voto col portafoglio”: il potere che abbiamo (e ancor di più avremmo se imparassimo a gestirlo in maniera organizzata e collettiva) di incidere sui processi economici preferendo ad esempio le aziende che hanno maggiormente a cuore la sostenibilità sociale e ambientale (e rifiutando i prodotti di chi delocalizza o inquina). Becchetti non offre una soluzione preconfezionata, ma una direzione in cui lavorare, una volta tanto a portata di mano. Senza perdere la speranza.
L. Becchetti, Wikiconomia. Manifesto dell’economia civile, ed. Il Mulino, 2014, pp. 200, euro 15.
(«Mangialibri», 13 novembre 2014; «Pagina3», 14 novembre 2014)
