«L’urgenza dei tempi che stiamo vivendo è tale che ci inchioda a scrivere sempre lo stesso libro»: il libro che parla di quello strano paradosso per il quale l’economia, la “scienza triste”, ha la strana facoltà di trasmettere la propria tristezza a miliardi di persone costrette a vivere in condizioni di povertà, nonostante dichiari di volere il benessere per tutti; per il quale essa da un lato dice di voler migliorare la vita quanto meno della maggioranza, dall’altro assiste impassibile all’allargarsi della forbice dei redditi tra ricchi e poveri e all’estinzione della classe media; per il quale, ancora, invece di risolvere i problemi della fame e dello sfruttamento, si limita a occuparsi (e con quanta tenacia!) di inflazioncelle e piccoli sgravi fiscali (come un medico che, di fronte a una pandemia, si ostinasse a rifinire i lifting)...
Nonostante la frase d’apertura, questo di Becchetti non è affatto il solito libro, anzi: premesso che l’economia capitalistica sta toccando ormai (e già da un bel po’) i suoi limiti strutturali, e che «il primo problema di cui oggi un economista anche solo liberale dovrebbe occuparsi è come può la maggioranza debole e dispersa contrastare e arginare il potere di lobby concentrate e aggressive», la cosa fondamentale è non smettere di credere che abbiamo la possibilità concreta di prendere in mano il nostro destino, e governarlo. E non (solo) perché di questa speranza abbiamo bisogno; ma perché ne abbiamo realmente la possibilità, tramite il “voto col portafoglio”: il potere che abbiamo (e ancor di più avremmo se imparassimo a gestirlo in maniera organizzata e collettiva) di incidere sui processi economici preferendo ad esempio le aziende che hanno maggiormente a cuore la sostenibilità sociale e ambientale (e rifiutando i prodotti di chi delocalizza o inquina). Becchetti non offre una soluzione preconfezionata, ma una direzione in cui lavorare, una volta tanto a portata di mano. Senza perdere la speranza.
L. Becchetti, Wikiconomia. Manifesto dell’economia civile, ed. Il Mulino, 2014, pp. 200, euro 15.
(«Mangialibri», 13 novembre 2014; «Pagina3», 14 novembre 2014)
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