giovedì 16 ottobre 2014

L. Gallino, Vite rinviate, ed. Laterza, 2014

La Flessibilità è la divinità planetaria del terzo millennio. Forse non l’unica, ma certamente quella cui i Paesi, i governi, i popoli si dedicano di più, tributandole un culto quotidiano e diffuso, fatto di dichiarazioni mediatiche, programmi politici, circolari aziendali, rivendicazioni sindacali… dal diario di un uomo di quell’epoca possiamo apprendere finalmente gli umori, le disposizioni, le intenzioni di chi viveva e lavorava in regime di Flessibilità, nel quale governi di sinistra - alcuni si spingono a farsi chiamare “laburisti” per evidenziare la propria prerogativa - si affannavano a rendere omaggio alla dea affinché, per sua intercessione, potessero tutti godere dei benefici inestimabili della crescita. Purtroppo accade spesso, anche nelle società più perfette, che vi siano dei dissidenti, pessimisti che si ostinano a chiamare la divinità con il tetro nome di “Precariato”, gridando allo scandalo dei contratti a termine e dei sacrifici umani richiesti dalla dea, tutte quelle vite rinviate a tempo indeterminato…
Questo bellissimo libro di Luciano Gallino - commercializzato da Laterza in tandem con «la Repubblica» a un prezzo simbolico - mette il dito nella piaga del lavoro precario, mostrando senza giri di parole in che modo il capitalismo degli ultimi anni sia riuscito a trasformare il sogno di un maggior benessere per tutti nell’incubo di una occupazione improbabile e nel migliore dei casi instabile, sovente mal pagata e dalla quale tuttavia ci si aspetta un rendimento encomiabile e una reperibilità sette giorni a settimana, per ventiquattro ore al giorno. Economia scandalosa per i costi umani che implica, dagli esclusi condannati a vivere da bamboccioni (per necessità, val la pena sottolineare; non per scelta) ai sottoccupati i quali, pur partecipando alla produzione, non hanno la possibilità materiale di mettere su una famiglia. Lo stratagemma del diario del lavoratore precario del III millennio, in apertura, è brillante e immediato; per il resto il libro si dipana tra il bel saggio di Gallino ed altri interventi che illustrano il lavoro in cifre e la cronologia dei diritti perduti, ricchi di immagini e grafici. Chiude un utile glossario delle parole-chiave del lavoro, con contributi tra gli altri di Tito Boeri, Luca Pagni e Michela Marzano.


L. Gallino, Vite rinviate, ed. Laterza, 2014, pp. 144, euro 5,90. Con illustrazioni a colori.

(«Pagina3», 31 ottobre 2014; «AgoraVox», 22 ottobre 2014; «Mangialibri», 24 ottobre 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano