In questo fermento culturale che ha rivoluzionato un'epoca, spicca secondo Giuseppe di Giacomo - professore ordinario di Estetica alla Sapienza di Roma e direttore del Museo Laboratorio di arte contemporanea della stessa Università - la figura di Kazimir Malevič, innovatore in filosofia quanto in pittura, con il suo tentativo estremo di affrontare il problema ontologico tramite forma e colore, intenzionato ad offrire la "manifestazione" - e non la "rappresentazione", come sottolinea più volte l'autore - del fondamento dell'Essere, quell'abisso che lo ricongiunge al Nulla e a cui lo spettatore può venir condotto solo dopo aver liberato il suo sguardo dalla ressa degli oggetti e dal frastuono delle categorie con cui siamo soliti etichettarli. Finisce l'epoca del pennello e inizia quella della penna, strumento che caratterizza l'opera pittorica di Malevič (e che lo avvicina ancora di più non solo simbolicamente, all'ambito dei pensatori). Malevič. Pittura e filosofia dall’astrattismo al minimalismo è un libro ben scritto, tecnico non più del necessario e affascinante nella descrizione della parabola di un autore pirotecnico in un modo tutto suo. In una bella edizione Carocci, con un inserto a colori di 16 pagine.
G. Di Giacomo, Malevič. Pittura e filosofia dall’astrattismo al minimalismo, ed. Carocci, 2014, pp. 256, euro 19.
(«Filosofia e nuovi sentieri», 29 ottobre 2014)
