“Di Europa bisogna parlare!” recita una delle più recenti pubblicità istituzionali sull’argomento passate in TV. E non v’è dubbio che sia opportuno farlo: ma si dovrebbe anche aver chiaro cosa si vuol dire, cosa che quasi mai traspare dai tanti dibattiti offerti dai media. L’Europa non va amata né odiata, ma in primo luogo compresa e fatta funzionare nel migliore dei modi. Tenendo il più possibile fuori le viscere dalle discussioni, e mettendo al centro i temi attuali e di forte interesse comune. A cominciare magari dal liberarsi dell’eterna subordinazione agli Stati Uniti, che hanno interessi diversi dai nostri (un esempio per tutti: il famigerato accordo commerciale denominato TTIP, che ha tutta l’aria, tanto per cambiare, di essere stato proposto dagli americani per la loro esclusiva convenienza); dall’efficienza dello Stato (che passa anche per la riduzione del divario digitale); dalla lotta all’evasione fiscale e all’economia sommersa e criminale; da politiche migratorie comuni e civili (che non degenerino né in altri muri, di cui il mondo è già pieno, né in ulteriori ritardi che è poi sempre Lampedusa a dover scontare).
Diego Balducci è convinto che l’Europa possa davvero diventare la nostra patria. Ma, prima di ciò, occorre interrogarsi sui temi che possono sostenere (o pregiudicare) l’unione: al di là delle spinte nazionalistiche e dei vuoti slogan anti-qualcosa. Non è d’aiuto inveire contro la Germania, né al contrario cercare di assomigliarle in maniera acritica e idealizzata: i modelli di successo vanno certo indagati e replicati per quanto possibile, ma nessun Paese europeo deve dimenticare le proprie specificità, tanto meno l’Italia. Tutto ciò senza temere di infrangere dei tabù: se è necessario, si dovrà poter attingere ai grandi patrimoni per risanare il debito pubblico. E senza riserve nel muovere guerra (nonviolenta) ai paradisi fiscali. Un bel saggio per riprendere questi discorsi con una cognizione di causa un po’ maggiore.
D. Balducci, Danke Frau Merkel, ed. Meligrana, 2014, pp. 230, euro 14,90.
(«Pagina3», 11 ottobre 2014; «Mangialibri», 27 ottobre 2014)
Modulo di contatto
Etichette
aforismi
Alex Zanotelli
altrui cose
Ambiente
Bambini
Bauman
Bellet
biografia
Brunetta
Bullismo
C'è un sole che si muore
Carlo Sini
Cinema
Claudio Fava
Claudio Fracassi
ControCorrente
Daniele Sensi
Desaparecidos
Diego De Silva
Dio perverso
Dipendenze
disabilità
don Andrea Gallo
don Luigi Merola
don Paolo Farinella
e-book
Economia
Educazione
Ennio Remondino
esercito
Etica d'impresa
eventi
Facebook
Fantascienza
Filosofia
Filosofia della scienza
Foto
Fumetti
Galapagos
Geografia
Giochi
Giulietto Chiesa
Giuseppe Miserotti
Giuseppe Onufrio
Goffredo Fofi
guerra
Guerra e pace
Hegel
Heidegger
i piccoli
Idiosincrasie
Il Partito dell'Amore
il telefonino
Illich
Immigrazione
In che mondo viviamo
Incendi in Russia
Internet
L'azzardo del gioco
L'economia come la vedo io
La Chiesa che non capisco
La guerra è guerra
La piaga del nucleare
La verità cammina con noi
le cose si toccano
Letteratura
lettere
Levinas
Libertà di stampa
Linguaggio e realtà
Luciano Gallino
Luigi Zoja
Mafia
Malainformazione
manuali
Marx
Massimo Cacciari
Massimo Scalia
Massoneria
Matematica
Maurizio Torrealta
Mondo
Morin
Musica
My Last Slating
Noir&Giallo
Novità
Nucleare
Pancho Pardi
Panikkar
Paolo Scampa
Parcheggiatore abusivo
pedagogia
Pietro Barcellona
Pippo Civati
Pirateria somala
poesia
Politica
psicologia
Pubblicità
Racconti e poesie
Religione
Riccardo De Lauretis
Roberto Carboni
Scienza
Scuola
Scusi può ripetere?
Sergio Manghi
Società
sport
Stefano Santasilia
Storia
Teatro
Tecnofollie
Tonino Drago
Vincenzo Pepe
Virtù del pubblico - Vizi del privato
Vito Mancuso
War
Powered by Blogger.