Andrea Riccardi, docente emerito di Storia Contemporanea presso le Università di Bari e di Roma, si interroga sull’evoluzione del rapporto tra cristianesimo e islam nel Mediterraneo, soprattutto in seguito alla primavera araba. La convinzione che anima il suo studio - basato su una bibliografia solidissima e offerto dall’editore Guerini in una bella edizione rilegata a filo - è che il primo errore da non commettere mai, men che meno in questo caso, è quello di generalizzare, trattando l’“islam” e il “cristianesimo” come se fossero entità monolitiche, mentre si tratta al contrario di realtà frammentate ed eterogenee, in cui ogni singola nazione considerata risente delle piccole e grandi differenze geopolitiche che le sono proprie. Bisogna riuscire a guardare alla relazione tra cristianesimo e islam con la fiducia meritata dalle tante esperienze positive del passato e del presente: per i cristiani l’esperienza della convivenza con l’islam non è solo quella di un moderno martirio, ma anche quella di una tolleranza e di un riconoscimento reciproco - è recente ad esempio la notizia dell’apertura di una mosche aperta a tutti - che autorizza grandi speranze. Vivere insieme agli altri, nonostante le tante difficoltà, incomprensioni, tensioni, è possibile. Lo è stato tante volte e può esserlo ancora.
A. Riccardi, Mediterraneo. Cristianesimo e Islam tra coabitazione e conflitto, ed. Guerini, 2014, pp. XI-242, euro 20.
(«Pagina3», 3 novembre 2014)
