Il professore, dopo averci a lungo pensato, ha maturato la sua decisione: prenderà un anno sabbatico. È irrevocabile: lui pensa a lungo prima discegliere, valuta pro e contro da ogni angolazione, ma quando decide… non c’è appello. Forse è una “testa dura”, come dice qualcuno; o forse ha capito meglio degli altri che la sua aspirazione non può più aspettare: deve mettersi a scrivere. E i suoi alunni, che dice di amare al di sopra di ogni altra cosa? Sarà dura, ma li rivedrà l’anno prossimo. E come farà per dodici mesi senza stipendio? Tutto calcolato, ha già chiesto un prestito. L’impulso, ormai, non può più essere tenuto a freno: le cose tutt’intorno si sono fatte talmente gravi che il solo attendere un minuto di più sarebbe un delitto…
Un libro fatto di storie, al plurale, ci tiene a sottolineare l’autore nell’Introduzione: non una narrazione lineare e velatamente autobiografica, bensì il resoconto intrecciato e schietto degli incontri avuti negli ultimi anni con discenti, colleghi, dirigenti, incaricati ministeriali; le impressioni, le conseguenze, le riflessioni. Soprattutto sul marcio che alligna a volte in quell’istituzione che chiamiamo scuola e che dovrebbe venir ritenuta sacra da tutti, anche solo per il fatto che è lì che i nostri figli apprendono in buona parte la vita e prefigurano il loro ruolo nel mondo. Per cui un episodio di corruzione in azienda o al comune fa schifo; ma fa scandalo (o, almeno, dovrebbe farlo) a scuola. Una scuola vista dall’interno nelle tante défaillance, ma anche nelle mille potenzialità che andrebbero risvegliate e rinvigorite. Da uno scrittore che, oltre a essere docente, è giornalista ed è stato sindacalista e formatore degli insegnanti.
T. Travaglino, La scuola bocciata. Viaggio nel lucido delirio della scuola italiana, ed. Dissensi, 2014, pp. 195, euro 14,90.
(«Pagina3», 22 settembre 2014; «AgoraVox», 1 ottobre 2014; «Mangialibri», 2 ottobre 2014)
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