Un libro splendido, questo di Naomi Toyoda, le cui centinaia di foto a colori parlano molto meglio del pur ottimo testo che le accompagna: e parlano dei morti, certo, e degli ammalati; ma anche di quelli che - nonostante la loro casa non sia stata distrutta dalla calamità - non potranno mai farvi ritorno. Parlano dei bambini, ai quali non siamo in grado di spiegare perché non ci siamo opposti all’energia nucleare. Dopo Chernobyl. Dopo Three Miles Island. E ancora oggi, dopo Fukushima. Sarebbe il caso di dire - se non si temesse di sembrare retorici, ma certe volte vale la pena di correre il rischio - che questo è un libro che tutti dovrebbero conoscere. Per capire cosa c’è sull’altro piatto della bilancia quando il benpensante di turno parla di “risparmio percentuale nella bolletta elettrica”. Pubblicato con il contributo e la cura del Centro di documentazione Semi sotto la neve.
N. Toyoda, Fukushima. L'Anno Zero, ed. Jaca Book, 2014, pp. 159, euro 35.
(«Pagina3», 19 settembre 2014; «AgoraVox», 19 settembre 2014; «Mangialibri», 29 settembre 2014)
