Il downshifting - la tendenza ad adottare un tenore di vita economicamente più basso ma qualitativamente più alto (preferendo ad esempio un lavoro meno stressante e impegnativo, che permetta di avere più tempo libero) - è sempre di moda. Soprattutto se, anziché sceglierlo, ci si è costretti: tra quelli che in Italia perdono il lavoro e quelli che non riescono a mentenerlo stabilmente, sono in tanti a dover fare i conti con l’esigenza di un ridimensionamento del bilancio. Certe volte, dopo aver stretto ben bene la cinghia, non resta che andarsene: qui la vita è troppo cara. Ma dove? Come scegliere il posto in cui stabilirsi per lavorare, o anche semplicemente per godersi la pensione?
In maniera ponderata e lucida, senza esotismi né sensazionalismi, il volume di Bosaia prende in esame i tanti aspetti da tener presente prima di scegliere la propria destinazione, dalla difficoltà della lingua a quella di stabilire la propria graduatoria personale (nel marasma di quelle esistenti), dalla cucina al clima, dal tasso di criminalità all’assistenza sanitaria e alle bellezze culturali e paesaggistiche. Norvegia, Australia, Canada, Argentina, Thailandia… ce n’è per tutti i gusti, in tutti i continenti. E per tutte le esigenze: il volume è diviso appositamente in due sezioni, per differenziare le valutazioni di chi sceglie di espatriare per lavoro da quelle di chi si sposta da pensionato. Ricco di cartine, foto e statistiche. Perché - che si decida di “scappare” o anche solo di partire - conviene avere un’ottimo piano.
C. Bosaia, Dove scappo? I migliori 30 Paesi verso cui espatriare, ed. Iacobelli, 2014, pp. 281, euro 16.
(«Pagina3», 18 settembre 2014; «AgoraVox», 24 settembre 2014; «Mangialibri», 26 settembre 2014)
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