Matteo Bertone scrive un romanzo solido e divertente, dai dialoghi rapidi, dove nessun aspetto è sovraccarico, dall’ambientazione dark all’allusione costante alla musica in sottofondo. Il ritmo è serrato e riesce a sostenere una trama semplice e lineare, che cattura il lettore e invita a proseguire fino all’ultima pagina (dove l’attende, per la verità, un finale non entusiasmante, ovvero non all’altezza di quanto sarebbe legittimo aspettarsi leggendo il resto della storia). Il tema del vampirismo è trattato dal punto di vista genetico: il vampiro è ora un malato, ora un prescelto dalla selezione naturale, ma in nessun caso un essere moralmente degenerato che fa pagare agli altri le conseguenze del proprio stato. Al di là di qualche piccola imperfezione (curiosamente mancano i numeri su un paio di pagine pari, in un’edizione in brossura gradevole sotto ogni altro aspetto, dalla copertina con risvolti allo stile dell’impaginazione) si tratta di un lavoro “ben venuto”, in entrambi i sensi dell’espressione.
M. Bertone, Diurno imperfetto, ed. Nero Press, 2014, pp. 200, euro 13.
(«Pagina3», 4 luglio 2014; «Mangialibri», 7 luglio 2014)
