giovedì 22 maggio 2014

L. Maffei, La libertà di essere diversi, ed. Il Mulino, 2011

«Ogni posizione ideologica tende a enfatizzare i dati sperimentali che portano acqua al mulino delle proprie conclusioni e finge di dimenticare quelli contrari. Alcuni sono arrivati a falsificare gli stessi dati sperimentali per far prevalere le proprie tesi suscitando diatribe che, per quanto del tutto prive di inquadramento scientifico, hanno continuato a rivestire una enorme importanza nelle relazioni sociopolitiche. Quando la scienza esce dal suo ambito rigoroso e finisce nelle mani di persone professionalmente e, oserei dire, anche moralmente impreparate, può produrre effetti negativi di notevole gravità, perché opinioni anche consapevolmente false, diffuse con abiti scientifici, vengono accettate come verità senza essere più sottoposte al vaglio salutare della critica».

Un saggio di divulgazione scientifica sulla natura dell’uomo e sul suo essere duplicemente determinato,
a monte dalla genetica, e a valle dall’ambiente e dalla cultura. Per riaffermare la centralità (pur nella sua sfuggevolezza) di quella “zona d’ombra” - irriducibile alla materia biologica o fisica e irriconducibile alla misurazione e alla previsione scientifiche - che va tradizionalmente sotto il nome di “libertà”, alla luce delle più recenti scienze della vita e del cervello.
Ma questo libro è anche un atto di accusa contro un certo modo di fare scienza che tende a piegare la natura della realtà alle proprie convinzioni e ai propri fini, facendo leva sull’ingenuità delle masse e sulla diffusa idolatria che tende a osannare qualsiasi rivelazione, purché avvenga sotto le sacre insegne della scienza moderna. Accusa rivolta dunque, in certa misura, a tutta la scienza, per avere in tanti anni indotto e incentivato quella faciloneria con la quale è oggi possibile vendere alla gente di tutto, vero o falso che sia.

Lamberto Maffei rifiuta l’esistenza dei “geni egoisti”, è convinto che l’ironia e il sorriso non facciano parte del carico genetico e che anche ciò “che non serve, non si può comprare o non si può vedere, se non a occhi chiusi, sbirciando all’interno di noi stessi” abbia un grande valore. Già direttore dell’Istituto di Neuroscienze del CNR e del Laboratorio di Neurobiologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa (presso la quale è inoltre professore emerito di Neurobiologia), è presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei.


L. Maffei, La libertà di essere diversi, ed. Il Mulino, 2011, pp. 185, euro 12.

(«Pagina3», 22 maggio 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano