Prima o poi, tutti gli educatori si trovano di fronte a un dilemma di enorme portata: il dovere di insegnare ai piccoli (incapaci di comprenderlo da soli) che la vita mette a disposizione delle risorse limitate (e che questo vale per ogni cosa: tempo, soldi, relazioni...) e che dunque bisogna saper approfittare al meglio di ciò che si ha; ciò unitamente alla necessità di gestire il “desiderio di illimitato” dei bambini, che vedono ogni limite come una privazione o, peggio, come un castigo.
Laura Monte Serrat Barbosa, docente in diverse Università del Brasile, fa i conti con questa situazione nel suo Educare ai no nella prima infanzia. Insegnare i limiti e promuovere l’autonomia (ed. Erickson), dove riflette specificamente sulle difficoltà del nostro contesto globalizzato, caratterizzato dalla mentalità dell’“Aperto 24h” tipica di internet. Con lo scopo di evitare un impatto traumatico con la realtà, spesso indisponibile ai nostri capricci; oltre che rischioso: non è neanche il caso di soffermarsi sull’ovvia pericolosità dell’abitudine a non avere limiti (e a non sapersene dare, dunque, e a non accettare che possano esisterne in linea di principio).
Chiaro ed efficace, basato sull’esperienza in prima persona dell’autrice quale consulente per le famiglie, il volume mira ad educare i bambini alla responsabilità. Scoprendo, al contempo, che i limiti non sono poi delle barriere alla volontà; ma indicazioni che descrivono a nostro vantaggio l’ambito concreto delle possibilità che sono a disposizione di ciascuno di noi.
Laura Monte Serrat Barbosa, Educare ai no nella prima infanzia. Insegnare i limiti e promuovere l’autonomia, ed. Erickson, 2014, pp. 140, euro 16.
(«Pagina3», 15 aprile 2014)
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