sabato 13 luglio 2013

Z. Bauman, Gli usi postmoderni del sesso, ed. il Mulino, 2013

Sesso, erotismo e amore sono da sempre tre sfere collegate e non coincidenti; l’uomo vi si barcamena a seconda dei costumi e dell’inclinazione personale, cercando un equilibrio difficile da raggiungere, perché ogni epoca sembra al contrario perseguire il proprio eccesso ideale: si va dalla demonizzazione dell’erotismo (dove il sesso è inteso come meccanismo rivolto unicamente alla procreazione) all’odierna commercializzazione dell’erotismo, inteso come merce al pari di ogni altra, da vendere sempre e sempre di più.
Zygmunt Bauman, celeberrimo sociologo polacco vivente a Leeds, in Gran Bretagna, affronta nel suo Gli usi postmoderni del sesso (ed. Il Mulino, 2013) la questione della trasformazione del sesso nel mondo “liquido”, attraverso l’esame dei meccanismi del controllo e delle tante ansie di quest’epoca (come quella, ad esempio, della forma fisica). L’esito della riduzione dell’erotismo a bene di consumo è quello che già Kundera stigmatizzava parlando del tramonto dell’era della seduzione e di ingresso in quella del “collezionismo erotico”: oggi gli esseri umani si illudono di stringere rapporti con i propri simili in maggiore quantità e più a buon mercato; in realtà non stanno facendo altro che intessere relazioni vuote di ogni contenuto, mettendo oltretutto a repentaglio - in questo stesso movimento - quelle veramente importanti. Lo stesso rischio presente nei social network, con l’aggravante che il rapporto sessuale conferisce l’illusione di star “mettendo a contatto” gli individui. Con la Prefazione di Maurizio Ferraris.


Z. Bauman, Gli usi postmoderni del sesso, ed. il Mulino, 2013, pp. 84, euro 10.

(«Pagina3», 13 luglio 2013)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano