![](http://4.bp.blogspot.com/-qOIYyBWT814/UbLfMwPTcKI/AAAAAAAADHg/ViVFpvt-J5U/s320/e-book.jpg)
Intanto è stato un problema trovare un editore apertamente contrario agli ebook: sugli oltre cento consultati, la quasi totalità andava dai pazzamente entusiasti ai possibilisti, passando per i pionieri (“ma se noi siamo stati tra i primi in Italia a...”) e i fatalisti (“è il mercato che lo vuole, ci stiamo già adeguando”). Comunque, la prima cosa su cui entrambi gli editori intervistati (E-Text e Progedit) sono d’accordo è che il libro digitale si affermerà in ogni caso, perché è più economico, più immediato, più in linea con le tendenze di quest’epoca (che hanno a che fare poco con la lettura, e molto di più col fatto che tendiamo ad accentrare tutte le nostre attività più o meno intellettuali nei dispositivi elettronici mobili: informarci, consultare la posta ecc.).
La seconda questione è (a sorpresa, almeno per me) quella del prezzo: di fronte a una retorica per la quale gli ebook saranno prodotti all’insegna del risparmio (economico, energetico ecc.), il quale permetterà una maggior diffusione della cultura e via di questo passo, i due editori hanno dichiarato candidamente che i prezzi diminuiranno ben poco: un po’ perché la stampa è soltanto l’ultimo anello di una produzione che attraversa molte fasi, ciascuna delle quali ha un costo che rimane pressoché invariato (acquisto dei diritti originali; traduzione; copertina e impaginazione; diritti d’autore); un po’ perché gli editori hanno già fiutato l’affare e faranno di tutto per mantenere i prezzi allo standard attuale.
Terzo: la stampa ovviamente non scomparirà, i libri di carta sopravviveranno al fianco dei loro compagni immateriali, e diventeranno qualcosa di sempre più raffinato e in certo modo d’élite (si stamperanno insomma solo testi di un livello di specializzazione medio-alto, o in ogni caso solo quelli con un elevato contenuto grafico di alta qualità).
Un’ultima considerazione (prima di aggiungere, immancabilmente, la mia: proprio non ce la faccio a trattenermi): a detta degli editori intervistati, la lettura cartacea e quella tradizionale... non sono affatto la stessa cosa. Sembra banale, ma non è così: i fan dell’elettronico continuano a dire che cambia il supporto (la forma) ma non il contenuto (la sostanza). Invece pare che siamo di fronte a due cose diverse davvero: Kafka non fa lo stesso effetto sull’iPad. Ma aggiungo subito la mia, una volta tanto spezzando una lancia in senso opposto: una cosa che la carta non potrà mai offrire è il piacere di leggere un noir scandinavo completamente al buio, con la modalità “notte” impostata (schermo nero, caratteri bianchi). Tutti dormono, luci spente, silenzio totale: tu, che nemmeno riesci a vedere le tue stesse mani, leggi. Si sente uno scricchiolio, una porta vacilla: ma non è a Caserta, è molto lontano, in un Paese freddo dall’aria secca e tagliente. Scusatemi, devo andare. Qualcuno potrebbe essere in pericolo.
(«Il Caffè», 7 giugno 2012)
![](http://img2.blogblog.com/img/icon18_edit_allbkg.gif)